"Credo a mio figlio": c'è un colpo di scena nella vicenda accaduta Ceretolo di Caselecchio del Reno, in provincia di Bologna. Il 20enne Alessandro Leon Asoli è in carcere da un anno con l'accusa di omicidio volontario aggravato e tentato omicidio. Avrebbe preparato la pasta avvelenata che ha ucciso il patrigno Loreno Grimandi, mentre la mamma, Monica Marchioni, ha rischiato di morire. Ora che è in corso il processo, giunto alla quarta udienza, il padre, Davide Asoli, in una lunga lettera si è schierato a difesa del figlio.
Pasta avvelenata, il papà: 'Descritto come un mostro'
Finora l'opinione pubblica ha conosciuto il racconto sconvolgente di Monica, la mamma del giovane imputato, dilaniata da sentimenti contrastanti. All'inviato del programma di Rai 1, La vita in diretta, ha di recente riferito di aver rivisto lo scorso 16 marzo per la prima volta il figlio dopo quasi un anno, in un'aula del Tribunale di Bologna nell'udienza del processo dove è teste e parte civile. Ha detto di essere stata combattuta tra l'istinto di abbracciare il suo bambino e la rabbia verso il 20enne che non chiama neanche più figlio ma ragazzo.
In aula, dopo aver incontrato solo per qualche istante lo sguardo del figlio, ha ricostruito cosa accadde la sera del 15 aprile 2021: erano in casa, lei il compagno e suo figlio.
Alessandro insistette per preparare la cena, e non permise alla mamma e al patrigno di avvicinarsi. Servì loro pennette al salmone a cui aveva aggiunto nitrato di sodio. Erano salate e sapevano di ammoniaca. Loreno Grimandi, forse per gratificare il figlioccio, mangiò tutte quelle che erano nel suo piatto e morì dopo poco. Per aver assaggiato solo qualche forchettata, Monica finì in rianimazione.
Ora, il papà di Alessandro Leon, smentisce l'ex moglie. Nella lettera getta ombre e insinua dubbi su di lei. Ritiene che la verità sia un'altra, ben diversa da quella dell'ex che descrive Leon "come un mostro". Quel figlio che va sempre a trovare in carcere, sarebbe un ragazzo dolce e certamente problematico perché in passato ha tentato di togliersi la vita, ma non un assassino.
Pasta avvelenata, insinuazioni
Nella lettera, Davide Asoli sostiene che nelle interviste rilasciate negli ultimi mesi, Monica mentirebbe nel descrivere Grimandi come il grande amore della sua vita, di cui Leon lo avrebbe privato. Il rapporto sarebbe stato in crisi, come emergerebbe da una serie di messaggi. Dopo gli avvenimenti della sera del 15 aprile, Alessandro era fuggito rifugiandosi dalla nonna materna e secondo il padre, a cui poi si era rivolto, le avrebbe detto d aver aggredito la madre perché avrebbe avvelenato Loreno. Dalle indagini però è emerso che il ragazzo aveva studiato il piano criminale da un mese e aveva comprato il veleno online utilizzando le carte di credito di sua madre.
Secondo papà Asoli, Monica si sarebbe contraddetta: avrebbe prima riferito che Leon avrebbe tentato di soffocarla premendole il ginocchio sul collo, poi che non era vero. La donna ha dovuto ammettere che sapeva che quella sera in casa c’erano veleni come il nitrito di sodio, e di essersi resa subito conto che le penne sapevano di ammoniaca. Quando il suo compagno Loreno si alzò da tavola dicendo di stare male per poi collassare sul divano, lei avrebbe iniziato a prenderlo in giro invece di chiamare i soccorsi. La follia suicida che animava Alessandro, si sarebbe trasformata in "follia omicida finalizzata a sperimentare l’effetto dei veleni appena acquistati", secondo il gip che convalidò il fermo.
La mamma superstite nell'udienza ha raccontato che il figlio le avrebbe detto: "Non muori neanche con il veleno". Questa lettera ha turbato ulteriormente Monica Marchioni: "Sono la vittima, come è possibile che il padre di Alessandro scriva cose così terribili dopo avermi vista venir caricata senza conoscenza in ambulanza", avrebbe detto.
La lettera della superstite
"La violenza e il male sono entrati nella mia vita, diventata improvvisamente Cronaca Nera". Monica Marchioni ha scritto una lettera dedicata al compagno ucciso, chiamato affettuosamente Lollo. Nello scritto fa riferimento al figlio. "L’ho cresciuto dando tutta me stessa, con amore, perché abbia sani esempi di armonia, come in tutte le famiglie normali.
C’è stato tolto tutto, la nostra vita non tornerà più. Io sono morta quella notte insieme a mio marito, al mio amore grande, perché lui sa che non ho più nulla dentro da quella maledetta sera". Nulla per cui sorridere e con la voglia di sognare assassinata". Dedica righe intense ai ricordi della vita con il compagno, poi lo saluta: "Addio Lollo, mio amore grande".