Importante svolta nelle indagini sugli attentati di mafia che insanguinarono l’Italia tra il maggio e il luglio del 1993: una donna sarebbe indagata, con l’accusa di aver guidato la Fiat Uno carica di tritolo che provocò la strage in via Palestro la notte tra il 27 e il 28 luglio a Milano. La vettura, parcheggiata nelle vicinanze del Padiglione di arte contemporanea, saltò in aria, uccidendo cinque persone: tre vigili del fuoco, un uomo di origini marocchine che dormiva su una panchina e un agente della polizia municipale. La donna sospettata di aver avuto un ruolo chiave nella strage sarebbe una 57enne residente ad Albano Sant’Alessandro, in provincia di Bergamo.
Perquisita l’abitazione della donna sospettata di aver partecipato alla strage
Nella giornata di mercoledì 2 marzo, su disposizione dei magistrati dalla Procura della Repubblica di Firenze, che indagano sugli attentati a Roma, Firenze e Milano del 1993, il Ros ha eseguito una serie di perquisizioni e sequestri nei confronti della sospettata. In particolare i carabinieri hanno ispezionato l’abitazione della donna che, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, avrebbe dei precedenti penali. Infatti la 57enne sarebbe stata arrestata nel 1992 con l'accusa - secondo la cronaca dell'epoca - di aver compiuto dei reati legati al traffico di sostanze stupefacenti, per essere poi scarcerata all’inizio dell’anno successivo, alcuni mesi prima della strage di via Palestro.
La donna accusata di aver partecipato alla strage sarà ascoltata nei prossimi giorni dai magistrati
Nel corso della perquisizione sarebbe stato trovato del materiale utile alle indagini. La donna, che ha ricevuto un avviso di garanzia, sarà interrogata dai pm Luca Tescaroli e Luca Turco nelle prossime settimane. Non si tratta della prima sospettata finita nell’inchiesta sulla strage di via Palestro: infatti in passato un’altra donna, nota negli ambienti criminali milanesi, era finita nel mirino degli inquirenti, ma gli accertamenti successivi avevano escluso ogni suo coinvolgimento nell’attentato. Ora i magistrati ritengono che la 57enne di Albano Sant’Alessandro abbia partecipato alla strage, in concorso con esponenti mafiosi già condannati in passato, con sentenza passata in giudicato.
Le indagini: donna al volante dell’auto utilizzata per la strage di via Palestro a Milano
L’inchiesta, svolta nel massimo riserbo, è partita dal ritrovamento di una fotografia nel 1993 durante una perquisizione in un'abitazione di Alcamo, in Sicilia. L’immagine è stata messa a confronto con l’identikit della signora che, secondo un testimone oculare, sarebbe stata alla guida della Fiat Uno impiegata nell’attentato di via Palestro. In seguito le indagini si sono avvalse di diverse perizie tecniche, fino al riconoscimento dell’indagata da parte della persona che aveva visto la donna al volante prima della strage.