Potrebbe esserci un importante progetto fallito e la conseguente preoccupazione per i debiti dietro la strage familiare di Samarate (Varese). Gli inquirenti, impegnati a chiarire il caso di Cronaca Nera, non escludono che Alessandro Maja, geometra 57enne, avrebbe ucciso la moglie Stefania Pivetta, 56 anni, la figlia Giulia, 16 anni e ridotto in fin di vita il primogenito Nicolò per motivi economici. Il ragazzo è ancora ricoverato in condizioni critiche ma stabili all'ospedale di Varese.

Il progetto fallito

Alessandro Maja era un geometra specializzato in interior design, ma si presentava come architetto e aveva un avviato studio a Milano.

Da quanto emerso ultimamente stava lavorando alla ristrutturazione di un locale per un importante catena ristorativa. Tuttavia, sembra che il brand che gli aveva commissionato il progetto, non convinto dall'opera finale, avesse deciso di rimandare l'apertura.

Il 57enne, infatti, avrebbe sbagliato a richiedere l'intervento di varie maestranze per sistemare alcuni elementi che in realtà avrebbe dovuto eliminare e avrebbe anche anticipato i soldi necessari di tasca sua. Per questi motivi Maja potrebbe essersi convinto di aver fallito completamente e temeva un'eventuale penale che sarebbe andata a incidere sulla situazione economica.

Impossibile però, per il momento, dire se la furia omicida dell'uomo sia stata scatenata da questo preciso motivo o se, ormai, l'indagato fosse entrato in una tragica spirale fatta di mania di persecuzione e suggestioni.

La strage e il possibile movente economico

Venerdì 13 maggio Alessandro Maja, pur essendo ancora ricoverato presso il reparto di Psichiatria dell'ospedale San Gerardo di Monza, è stato ascoltato dal gip di Busto Arsizio (Varese) Piera Bossi. Durante l'interrogatorio di garanzia ha ammesso le proprie responsabilità e ha ripercorso quanto accaduto nella notte tra martedì 3 mercoledì 4 maggio.

Dopo aver cenato tutti insieme, come ha ricordato, i figli sono saliti nelle loro rispettive stanze, la moglie si è addormentata sul divano, mentre lui - dopo aver riassettato la cucina - ha cominciato a camminare per casa, perso tra i suoi pensieri. Il vagare sarebbe terminato quasi all'alba quando, senza un vero motivo, ha aggredito con un martello la moglie e la figlia, poi si è avventato, sembra con un trapano, contro Nicolò.

"Mi sentivo un fallito" avrebbe spiegato agli investigatori Maja adducendo a un possibile, ma ancora non confermato, movente economico. Dai primi accertamenti, però, i conti bancari non avrebbero rivelato una situazione particolarmente preoccupante. Tuttavia, al fine di non tralasciare nessuna ipotesi, sono già stati sentiti i due commercialisti che seguivano, sia privatamente che professionalmente, il geometra.