"Aveva sicuramente con sé le sue cose. Se davvero l'ha uccisa una terza persona, come hanno fatto i suoi averi a tornare a casa?". È la domanda che si pone Claudio Sterpin, ex podista 82enne e caro amico di Liliana Resinovich, che nei giorni scorsi ha ripercorso il caso di Cronaca Nera ai microfoni di "Quarto Grado" sottolineando che, secondo lui, gli effetti personali della 63enne triestina ritrovata senza vita sarebbero stati riportati a casa dal suo stesso assassino. L'anziano è intervenuto, martedì 24 maggio, anche a "La vita in diretta" condotta su Rai 1 da Alberto Matano e ha escluso la presenza di un terzo uomo nella vita dell'ex dipendente della Regione Friuli Venezia Giulia.

La borsa di Liliana Resinovich

Liliana Resinovich, sposata con Sebastiano Visentin, fotografo 72enne in pensione, è scomparsa da Trieste martedì 14 dicembre. Quella mattina, da quanto ricostruito, avrebbe dovuto incontrarsi con Claudio Sterpin, con il quale diversi anni fa avrebbe avuto una relazione sentimentale. L'ex podista in tv si è detto convinto che l'amica, quel giorno, avesse con sé la sua borsa contenente documenti e telefoni cellulari.

"Se davvero l'ha uccisa una terza persona - ha dichiarato - come hanno fatto i suoi averi a tornare a casa". All'inizio delle indagini gli inquirenti hanno accertato che Liliana Resinovich era uscita dalla sua abitazione senza portarsi soldi, documenti e cellulare.

Nonostante ciò Sterpin non crede sia andata così. A suo dire, infatti, la borsa della 63enne sarebbe stata riportata a casa dal suo stesso assassino, che per aprire la porta d'ingresso avrebbe utilizzato il mazzo di chiavi di Lily. Mazzo di chiavi che, da quanto emerso, non è mai stato mai rinvenuto.

L'ex podista triestino nei mesi scorsi aveva annunciato che Liliana non stava bene con il marito e voleva trasferirsi da lui.

"Era una persona riservata - ha spiegato in tv - e dubito che possa aver incontrato un terzo uomo, me lo avrebbe detto. Non credo che l'assassino sia un corteggiatore rifiutato". Quindi ha concluso: "Non mi ha mai parlato di una persona in particolare. Liliana voleva lasciare il compagno per pianificare finalmente il nostro futuro insieme".

Liliana Resinovich forse pensava al divorzio

Il corpo di Liliana è stato rinvenuto il 5 gennaio scorso in un boschetto nei pressi dell'ex ospedale psichiatrico San Giovanni. Le indagini finora non hanno chiarito se si tratto di un caso di omicidio o di suicidio, ma le persone vicine alla 63enne non credono che la donna si sia tolta la vita. La Procura di Trieste, almeno formalmente, sta trattando il caso ancora come un "sequestro di persona" (il titolo del fascicolo aperto dopo la sua scomparsa, infatti, non è mai stato modificato).

Gli inquirenti nelle scorse settimane hanno sequestrato i suoi telefoni cellulari e analizzandoli hanno ricostruito la cronologia delle ricerche e delle chiamate effettuate da Liliana.

La 63enne avrebbe avuto circa 1.100 contatti telefonici con l'amico Claudio Sterpin e all'incirca 500 con il marito. Non solo, la donna su Google avrebbe cercato informazioni su come separarsi legalmente. Sul motore di ricerca, infatti, avrebbe digitato domande tipo "Quanto tempo è necessario per avere il divorzio" e "Come divorziare senza l'intervento di un avvocato". Sebastiano, però, ha sempre asserito che la moglie con lui si trovava bene e non aveva mai manifestato l'intenzione di volerlo lasciare.