Tracce di sangue nell'auto di Giuseppe Pedrazzini, il 77enne trovato morto due settimane fa nel pozzo di casa sua a Cerrè Marabino di Toano, paese dell'Appennino reggiano. L'indiscrezione rilevante, arrivata da ambienti investigativi e confermata durante la puntata di oggi, 25 maggio, de La vita in diretta, porterebbe a formulare nuove ipotesi: il pensionato potrebbe essere stato prelevato, portato a bordo della sua auto in qualche posto, ucciso, e poi gettato nel pozzo. L'anziano era svanito nel nulla da mesi, ma i familiari conviventi, moglie, figlia e genero, non hanno mai presentato denuncia di scomparsa.

Morto nel pozzo, il corpo forse spostato

Di chi sono le tracce ematiche trovate nel bagagliaio della Panda di Giuseppe Pedrazzini? Sono collegate alla sua morte, e se sì quel sangue appartiene a lui, o a suoi possibili assassini? Lo dovranno appurare le indagini. Dal primo esame esterno, è emerso che il corpo non presentava segni di violenza, ma sarebbero state trovate lesioni forse a seguito di una caduta. Il risultato dell'autopsia chiarirà tempi e cause della morte.

Scarcerati, la moglie Marta, la figlia Silvia e il genero Riccardo, restano indagati per soppressione di corpo e truffa. Hanno l’obbligo di dimora con firma. Giorni fa, tracce di sangue erano state trovate su un panno che era sulla Fiat Panda dell’anziano.

Saranno fatte analisi biologiche per verificare se sia sangue umano.

Da altre indiscrezioni, è emerso che il corpo di Beppe, rinvenuto grazie al fiuto dei cani molecolari in un pozzo profondo otto metri, di cui quattro colmi d'acqua, al momento del ritrovamento galleggiava a pancia in giù vestito, con addosso la maglia della salute, un solo calzino e senza scarpe: elementi che farebbero pensare a un omicidio.

La lastra di cemento che chiudeva la cisterna distante 30 metri da casa, pesa 140 chili.

Giuseppe Pedrazzini, vita da segregato in casa

"Ci ha lasciato Giuseppe Pedrazzini (Beppe). Lo annunciano la moglie Marta, la figlia Silvia, il genero Riccardo, il nipote Alfonso, il fratello Claudio, le sorelle Floriana, Carla e Luciana, i cognati, le cognate, i nipoti e i parenti tutti", è scritto sull'annuncio funebre comparso sui muri di Toano.

Effettuata l'autopsia, la magistratura ha dato il nulla osta per i funerali che si svolgeranno domani, 26 maggio. La moglie Marta ha confermato che sarà presente alle esequie perché ha la coscienza pulita. Con il marito ha vissuto 39 anni, eppure non ha saputo indicare il giorno e, tantomeno, il mese dell'allontanamento di Pedrazzini da casa. Ha sostenuto di aver avuto una perdita di memoria.

Il 77enne, secondo altri parenti, sarebbe vissuto ormai segregato in casa. Moglie, figlia, ma sopratutto il genero Riccardo, descritto come burbero e scontroso, avrebbero tenuto distante il nipote Giordano, il fratello Claudio. amici e compaesani a cui non sarebbe stato permesso di vederlo e neanche di parlargli al cellulare.

Nessuno sarebbe stato fatto avvicinare in casa e sarebbero stati venduti quasi tutti gli attrezzi agricoli. La moglie Marta, che ha fornito versioni dei fatti discordanti, non avrebbe denunciato la scomparsa del marito perché la figlia Silvia le avrebbe riferito di aver visto il padre andare via su un auto. Avrebbe detto di stare bene e di non cercarlo perché si sarebbe fatto vivo lui. Ma il suo cellulare è rimasto a casa: come avrebbe fatto a chiamare? I fratelli di Beppe hanno riferito di minacce e intimidazioni a non avvicinarsi, negate dalla moglie.

La soluzione al giallo, il fratello: 'Cercate in famiglia'

Beppe e i suoi fratelli rimasero presto orfani. Pedrazzini, più grande di 10 anni, fece da padre al fratello Claudio che ha riferito di averlo sentito a telefono il 7 gennaio, giorno del suo compleanno.

Di una cosa è certo Claudio: Beppe nel pozzo non c'è finito da solo specie se, come sembra, negli ultimi tempi aveva problemi di deambulazione e da solo non avrebbe potuto chiudere su di sé un masso pesante più di un quintale. Claudio ha raccontato che lui e il fratello erano sempre stati molto uniti, ma tutto sarebbe cambiato con l'ingresso in casa del genero: nel 2013, infatti, Riccardo e Silvia andarono a vivere da Beppe e Marta e da allora Claudio non avrebbe più potuto avvicinarsi. Per lui la soluzione al mistero è una sola: "Cercate in famiglia"

Gli inquirenti sono alla ricerca di un movente. Potrebbe essere successo tutto per un litigio dovuto alla vendita degli attrezzi. In paese raccontano che Giuseppe non se ne sarebbe mai separato, soprattutto del trattore.

"Intascavano la pensione con un morto in casa, secondo me dice tanto", le parole di Claudio a La vita in diretta. Il genero e la figlia non avrebbero mai lavorato, non avrebbero avuto entrate eccetto la pensione del padre. Avrebbe contato sui soldi frutto della vendita di una casa di proprietà di Marta, ma il rogito ora è stato bloccato.