Nella palazzina Ater di via Della Valle, quartiere San Rocco di Udine, tutti conoscono il 41enne pregiudicato Vincenzo Paglialonga: è il terrore del condominio per molteplici episodi di cui è stato protagonista, talvolta brandendo armi da taglio. Anche Lauretta Toffoli lo temeva.

La pensionata 74enne, signora elegante e dai modi gentili, è stata uccisa con 25 coltellate nella notte tra venerdì 6 maggio e sabato 7 maggio. Per il delitto è stato arrestato proprio Paglialonga, appena tornato a casa dopo aver trascorso quattro mesi nel carcere di Pordenone.

Avrebbe commesso il delitto dopo le prime otto ore ai domiciliari: contro di lui gravi indizi di colpevolezza.

Udine, a dare l'allarme il figlio: tre anni fa accoltellò la madre

A dare l'allarme è stato Manuel Mason, figlio 42enne della vittima che sabato verso le 13 si è presentato a casa della mamma dopo aver inutilmente cercato di mettersi in contatto con lei telefonicamente. La donna, semisvestita, era riversa a terra nel sangue in camera da letto: avrebbe cercato inutilmente di sottrarsi al suo assassino, come dimostrerebbero altre tracce ematiche trovate all'ingresso e in salotto dove forse la donna stava guardando la tv. Non sono stati trovati segni di effrazione: a dimostrazione che ha aperto a chi l'ha uccisa.

La casa era sottosopra e mancavano alcuni oggetti.

I sospetti iniziali erano caduti sul figlio per un precedente analogo: tre anni fa, il figlio aveva tentato di strangolare la madre e l'aveva accoltellata al culmine di una lite avvenuta nello stesso appartamento al secondo piano della palazzina Ater dove all'epoca viveva. Laura Toffoli aveva perdonato il figlio, assolto perché ritenuto incapace di intendere e volere al momento dei fatti.

Nel frattempo, il 42enne ha seguito un percorso terapeutico. Sentito in Questura come persona informata sui fatti, non è indagato: sconvolto, è pronto a costituirsi parte civile. I sospetti sono caduti su un altro soggetto.

Udine, due televisori della donna in casa del vicino

Gli inquirenti hanno fermato il vicino di casa della vittima: sarebbe il responsabile dell'omicidio.

Scarcerato per problemi di salute, Paglialonga avrebbe dovuto stare ai domiciliari con il braccialetto elettronico. Le cose sarebbero andate in tutt'altro modo. Avrebbe manomesso il dispositivo per poi andare indisturbato a casa di Lauretta Toffoli, la prima persona del vicinato a cui sarebbe andato a chiedere soldi, secondo una pratica che gli inquilini ben conoscono. Perché la 74enne gli avrebbe aperto la porta? Evidentemente lo avrebbe fatto, come già in passato, per evitare guai peggiori, eventuali ritorsioni. Un testimone oculare ha sentito le urla della 74enne.

Cosa potrebbe essere accaduto poi? Forse la vittima si è rifiutata di consegnargli altri soldi. Dalla casa mancano due televisori, trovati al piano di sotto, in casa di Paglialonga, alcuni quadri, una collanina che la 74enne portava al collo.

Ora il 41enne è di nuovo in carcere: interrogato, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Domani, 10 maggio, ci sarà l'udienza di convalida del fermo: oltre all'accusa di omicidio, sarà discussa quella per evasione dagli arresti domiciliari. Tra gli elementi in mano all'accusa, gli orari degli allarmi per evasione scattati dal braccialetto elettronico, che a un certo punto è stato anche staccato. Sono state sequestrate due possibili armi del delitto: un tagliacarte e un coltello da cucina.

Udine, l'inquilino tra furti, espedienti e una rapina

Con Paolo Mason, padre di Manuel, Lauretta, originaria di Gruaro, nel veneziano, aveva trascorso 30 anni a Udine. Poi i due si erano separati restando in buoni rapporti.

A lui aveva confidato di essere preoccupata per quel vicino di casa: se alle 2 di notte non gli apriva, cominciava a insistere, a suonare. Una volta le aveva rubato dei soprammobili in argento. In passato le aveva rubato la bicicletta, unico mezzo di trasporto della donna. Il 41 enne terrorizzava i condomini: a tutti chiedeva soldi e viveva di espedienti. Specie dopo la morte della moglie, due anni fa, in seguito alla quale i tre figli, tutti minori, sono stati affidati ai servizi sociali del Comune.

Una vita difficile quella di Paglialonga, sempre più scandita dall'alcol, secondo l'avvocato Piergiorgio Bertoli che lo difende. Arrivato 19enne a Udine per fare il servizio di leva, aveva scelto di restare in città.

"Ha fatto dispetto a tutti i vicini perché bisognava fare come diceva lui", la testimonianza di un'inquilina. C'erano state gomme delle auto bucate, porte imbrattate, un telefonino rapinato. Per Bertoli, l'assistito soffre di cirrosi e, non avendo potuto seguire la terapia prescritta, non sarebbe lucido mentalmente.