A Civitella di Romagna, in provincia di Forlì, le indagini sulla morte del 55enne Franco Severi si stringono in ambito familiare. L'uomo è stato trovato decapitato a Ca’ Seggio, frazione del comune dell'Appennino romagnolo, nella serata del 22 giugno. Ieri, 27 giugno, è stata perquisita l'abitazione di un fratello.

Forlì, perquisita auto di un fratello

Per Anna Severi, una dei sei tra fratelli e sorelle della vittima, si sarebbe trattata di una morte annunciata. Lo ha dichiarato in un post su Facebook: "Spero con tutto il cuore che tu non abbia sofferto", ha scritto rivolta al fratello.

E poi ha aggiunto: "Cronaca di una morte annunciata, nessuno ci ha ascoltato, come nessuno ci ha avvisato della tua morte, lo abbiamo appreso dalla gente di paese". A cosa e a chi si riferisca parlando di "morte annunciata", è oggetto di indagine e, anche per questo, la donna è stata ascoltata a lungo dagli inquirenti.

Ieri i carabinieri, alla presenza di un legale, hanno perquisito la casa di un fratello che, secondo indiscrezioni, sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati. Sembrerebbe che la moglie dell'uomo abbia avuto un malore durante la perlustrazione dei militari. Come testimoniato anche da due sorelle, Anna e Milena, tra questo fratello e tutti gli altri, c'erano rapporti tesi: cause civili e penali, violenze, stalking, aggressioni, minacce, e tutto per il podere di famiglia.

Il fratello aveva fatto più volte causa in particolare a Franco, per motivi ereditari e non solo, che viveva a due chilometri da Civitella, nel podere in cui lavorava come agricoltore.

Sempre ieri, fino a notte fonda, è stata perquisita anche l'auto del fratello alla ricerca di tracce di sangue. I rapporti tra i fratelli sarebbero ulteriormente peggiorati, se non degenerati, dopo la morte della madre, ad aprile 2021, e del padre a gennaio 2022, con cui Franco aveva vissuto nel casolare.

Secondo una delle sorelle, il problema con questo fratello, mosso dall'ossessione di rimanere nel podere, andava avanti da dieci anni. "È impensabile la fine orrenda che gli è stata fatto fare", ha detto una sorella. Le indagini dei carabinieri della compagnia di Meldola e del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Forlì-Cesena, sono coordinate dal procuratore capo Maria Teresa Cameli e dal sostituto Federica Messina.

Sono stati interrogati tutti e sei i fratelli.

Forlì, il ritrovamento del corpo

Il corpo di Franco Severi è stato trovato da un amico in un burrone tra i rovi non distante dalla sua abitazione. Anche l'amico è stato sentito dagli inquirenti. Ha detto di essere andato a cercare Franco mercoledì sera perché non rispondeva più a telefono, e cercando intorno alla casa ha notato nel dirupo una parte in cui l'erba era schiacciata.

Fin dalle prime indagini, gli inquirenti hanno stabilito che Severi non è morto nella boscaglia, ma che sarebbe stato ucciso altrove, anche a una certa distanza da casa, e sarebbe stato poi riportato a bordo di un auto nelle vicinanze del podere. L'abitazione in cui viveva con il cane non era in disordine né c'erano tracce di sangue.

La testa decapitata non è stata ancora trovata: l'ipotesi è che sia stata fatta sparire per eliminare dettagli e non far capire come sia stato ucciso. I carabinieri hanno anche passato al setaccio il cellulare della vittima. Ad affiancare i militari del Ris nelle ricerche, c'è Nucleo Cinofilo dell'Arma.

La sorella Milena e la nipote Chiara hanno ricordato la bontà della vittima che aveva accudito la mamma malata per cinque anni nella sua abitazione di Ca’ Seggio. Abitazione diventata una seconda casa per la nipote, Chiara.

Forlì la criminologa 'Conosceva il suo assassino'

Un taglio netto, come se si fosse trattata di una esecuzione. Lo ha accertato l'autopsia. La testa decapitata potrebbe essere un messaggio intimidatorio.

Secondo la criminologa Roberta Bruzzone, la vittima conosceva bene il suo assassino."Suppongo un forte rapporto tra vittima e carnefice. La decapitazione è un messaggio. Potrebbe essere stato preso alla sprovvista da qualcuno che conosceva e di cui non aveva timore", ha detto la specialista.

"Una brava persona non si meritava una fine così", il commento della titolare del bar della frazione che l'aveva visto il giorno prima della morte nel suo locale dove era andato a prendere un caffè. L'autopsia, disposta dalla pm Messina, eseguita venerdì pomeriggio 24 giugno a Forlì dall'anatomopatologa Donatella Fedeli di Bologna, esperta in Medicina legale, non ha risolto il mistero. Verranno svolti esami tossicologici per chiarire se il 55enne, prima di essere ucciso, sia stato stordito con sostanze stupefacenti o altro che gli avrebbero impedito di difendersi.