L'avvocato Nicodemo Gentile, presidente dell'Associazione Penelope, in un'intervista a Fanpage.it ha dichiarato parlando a nome del suo assistito, il fratello di Liliana Resinovich, Sergio, che la 63enne ritrovata senza vita il 5 gennaio scorso, a Trieste, non si sarebbe suicidata. Ripercorrendo il caso di Cronaca Nera ha sottolineato che l'indagine non è conclusa ed ha annunciato: "Ci sono elementi in questa indagine che non sono stati ancora ultimati e che verranno resi noti probabilmente nei prossimi giorni e nelle prossime settimane".

Per il fratello Sergio, Liliana non si è suicidata

"Sergio non crede al suicidio della sorella" ha spiegato l'avvocato che da anni si impegna, attraverso l'associazione Penelope, ad aiutare anche legalmente familiari e amici delle persone scomparse. "È pronto ovviamente - ha continuato - ad accettare qualsiasi verità verrà fuori dalle indagini, ma è fermo sulla sua posizione: a lui non risulta che Liliana vivesse un momento di sconforto tale da giustificare un gesto estremo".

Liliana Resinovich è scomparsa da Trieste, dove viveva con il marito Sebastiano Visentin, il 14 dicembre 2021. Quel giorno, da quanto ricostruito, avrebbe dovuto incontrare un amico, Claudio Sterpin, ex podista 82enne. La donna però, uscita di casa senza prendere i suoi telefoni, non è mai arrivata all'appuntamento.

Dopo settimane di ricerche, il 5 gennaio scorso è stata rinvenuta senza vita in un boschetto nelle vicinanze dell'ex ospedale psichiatrico San Giovanni. Secondo l'autopsia sarebbe deceduta per un grave scompenso cardiaco. Tuttavia, sebbene gli inquirenti non si siano mai sbilanciati, propenderebbero per l'ipotesi del suicidio.

In merito, però, non ci sono ancora certezze. Del resto con un'indagine ancora in corso, come ha ribadito lo stesso avvocato Gentile, tutto è possibile.

La famiglia di Liliana vuole la verità

"L'indagine - ha dichiarato l'avvocato Gentile, sottolineando che ci sono ancora accertamenti da eseguire - è in un certo senso completa, ciò che bisogna fare ora è mettere insieme tutti i punti.

Bisogna attendere che vengano depositate le consulenze, che vengano resi noti i contenuti dei pc e del tablet". Inoltre manca ancora la relazione completa sull'esame autoptico.

"Ci sono elementi - ha proseguito - in questa indagine che non sono stati ancora ultimati e che verrano resi noti probabilmente nei prossimi giorni e nelle prossime settimane". Quindi ha concluso: "Questo possiamo definirlo un momento di attesa":

Il presidente dell'Associazione Penelope, così come i familiari di Liliana, si aspettano un'inchiesta che possa far luce sulla verità e chiarire cosa è davvero accaduto alla 63enne. "Noi abbiamo piena fiducia nella Procura - ha dichiarato - Non ci resta che aspettare e vedere cosa verrà fuori".