A Mandatoriccio, paesino in provincia di Cosenza, tutti sapevano dei rapporti burrascosi tra Domenica Caligiuri, ex professoressa 71enne e suo marito, il 73enne Luigi Egidio Carlino. Urla e scenate erano all'ordine del giorno. Ma lo scorso giovedì 30 giugno, il falegname in pensione non si è limitato a discutere in maniera concitata con la moglie: l'ha uccisa con diverse coltellate. Il dato più inquietante emerso dall'inchiesta su quest'ultimo femminicidio è che l'uomo ha tenuto il corpo di sua moglie due giorni in casa senza dire a nessuno cosa aveva fatto.

Cosenza, l'allarme dato dalla figlia

La professoressa in pensione è stata trovata morta nella sua abitazione di via Bologna 5 a Mandatoriccio Marina, lungo la costa ionica cosentina, poco dopo le 13 di sabato 2 luglio dai carabinieri. Era sul letto matrimoniale in un bagno di sangue. La donna è stata colpita con un coltello da cucina: diversi fendenti l'hanno raggiunta al petto, all'addome e al collo. Il fendente fatale l'ha raggiunta al collo: la lama ha reciso la giugulare uccidendola quasi all'istante.

Tutto sarebbe avvenuto giovedì mattina al culmine di una lite per futili motivi. A scatenare la reazione violenta del marito sarebbe stata la decisione della donna di andare a dormire da un'amica, stanca di subire continue scenate.

Sembrerebbe che Carlino fosse ossessionato dalla gelosia nei confronti della moglie.

A dare l'allarme è stata la figlia che da giorni non riusciva a mettersi in contatto con la madre. Subito i sospetti degli inquirenti sono ricaduti sul marito. A detta di tutti, l'uomo ha problemi di abuso di alcol e disturbi sociali. Per due giorni, Carlino ha continuato a condurre una vita apparentemente normale, come se non fosse successo nulla: si è visto in giro e al bar del paese.

E per due notti si è coricato a fianco della moglie morta.

Cosenza, il marito assassino rintracciato al bar

Quando sabato mattina i militari hanno trovato Domenica Caligiuri senza vita sul letto, il marito non era in casa. L'uomo è stato rintracciato in un bar poco distante dai carabinieri del Reparto operativo di Corigliano-Rossano e di Cosenza e portato in caserma.

Inizialmente ha negato di essere l'autore del gesto. Dopo un lungo interrogatorio in cui sono emersi gravi indizi di colpevolezza, ha fatto le prime ammissioni per poi arrivare a una piena confessione. Infine, si è avvalso della facoltà di non rispondere, evitando di precisare tempi e modi del delitto. Sottoposto a fermo, è stato trasferito nel carcere di Castrovillari con l'accusa di omicidio volontario.

Il pm di turno della Procura di Castrovillari ha disposto l'autopsia sul corpo della 71enne trasferito all’obitorio dell'ospedale Nicola Giannettasio di Rossano. L'esame potrà essere d'aiuto, oltre che per risalire all'ora della morte e stabilirne la causa, per accertare la dinamica dell'omicidio dell'ex insegnante.

È da capire, infatti, se donna sia stata accoltelata dal marito mentre era a letto, o se l'uomo abbia adagiato il corpo sul letto dopo avere compiuto il delitto. Le ferite riportate su braccia e mani, dimostrano che la vittima ha tentato di difendersi e di parare i colpi.

Cosenza, violenze domestiche tollerate

Nel corso delle indagini, i carabinieri hanno raccolto testimonianze di conoscenti e vicini di casa della coppia, tutti concordi nell'affermare che il rapporto coniugale era caratterizzato da litigiosità e tensione continua per motivi che i militari stanno cercando di approfondire. L'ex insegnante e il marito vivevano da soli dopo che i tre figli, due maschi e una femmina ormai grandi, si erano trasferiti altrove.

"Mimma era una persona bravissima e per questo è morta, perché se era più cattiva l'avrebbe fatto arrestare il marito. Lei l'ha sempre coperto il marito", ha riferito una vicina di casa intervistata dal Tg regionale. In effetti, dagli accertamenti svolti non risultano denunce per maltrattamenti o per lesioni da parte della donna nei confronti del marito. Mimma avrebbe sempre tollerato comportamenti del coniuge all'insegna della violenza e della prevaricazione. Carlino in passato era stato denunciato una volta, ma per guida in stato di ebbrezza. Il difensore sta valutando una perizia per l'assistito: ci sarebbero sussistenti elementi per sostenere la tesi dell'infermità mentale dell’uomo.

Non si fermano i femminicidi. Dall'inizio dell'anno in Italia ce ne sono stati oltre 50. Più di 40 donne sono state uccise in ambito familiare; di queste, almeno 27 per mano del partner o dell'ex.