Alessia Pifferi, la mamma della piccola Diana di 18 mesi, avrebbe finto di organizzare il suo battesimo solamente per ricevere in dono dei soldi. La donna, detenuta nel carcere di San Vittore, ha lasciato da sola per sei giorni la figlioletta in casa nel suo appartamento alla periferia di Milano, e l'ha lasciata morire di fame e di sete. Il gip Fabrizio Filice nelle scorse ore, sottolineando una totale mancanza di rispetto per la vita umana, ha convalidato il fermo. Dall'ordinanza si evince che la donna deve rispondere del reato di omicidio volontario nella forma omissiva, aggravato dai futili motivi.

È caduta, invece, l'accusa di premeditazione, contestata dalla procura meneghina.

Il finto battesimo di Diana

In questi giorni stanno emergendo dei particolari che permettono di comprendere in maniera più chiara cosa si nasconde dietro la morte della piccola Diana. Alessia, da quanto ricostruito anche grazie a familiari e vicini, non avrebbe mai voluto Diana. La donna, dopo aver nascosto la gravidanza anche al compagno Mario (elettricista 58enne che non è il padre naturale della bimba), nel gennaio 2021 l'ha partorita nel suo bagno e non l'ha mai veramente accudita. Davanti al Gip, infatti, è arrivata ad ammettere di aver messo la sua relazione sentimentale davanti al benessere della sua bambina.

Inoltre in più di un'occasione avrebbe "sfruttato" la piccola. Una persona vicina alla famiglia Pifferi ha riferito che la donna, nei mesi scorsi, ha finto di organizzare il battesimo della figlia e come consuetudine avrebbe invitato parenti e amici all'evento. La bimba, però, non solo non ha mai ricevuto il sacramento, ma non è mai stata neppure festeggiata.

Tuttavia, la 37enne ha tenuto comunque le tradizionali "buste" contenenti denaro e un bracciale d'argento destinati a Diana. Ma questa non sarebbe stata l'unica bugia raccontata dalla giovane madre. Nonostante fosse disoccupata, infatti, si presentava come psicologa infantile.

Mentre Diana moriva la madre si divertiva

Alessia Pifferi, giovedì 14 luglio, è uscita dalla sua abitazione di Via Parea in zona Ponte Lambro a Milano e ha lasciato da sola la sua Diana.

A suo dire prima l'avrebbe lavata e cambiata, e le avrebbe preparato un biberon con del latte. Successivamente ha raggiunto il nuovo compagno in Val Gandino ed è rimasta con lui, fino a mercoledì 20 luglio. Quando è rientrata nel suo appartamento, la bimba, era già deceduta, probabilmente di fame e di sete.

La donna, al fidanzato, aveva detto: "È al mare con mia sorella Viviana". La stessa risposta aveva dato a quanti a Leffe l'avevano incontrata. Mentre la piccola moriva in molti hanno visto Alessia e Mario passeggiare, andare al bar, per mercatini e partecipare alla sagra "LeffEstate". "Era serena - hanno riferito diverse persone - si divertiva".