"Per la legge non siamo tutti uguali": Omar Shabani, stretto amico dei fratelli Bianchi (recentemente condannati per il delitto di Willy Monteiro), ha commentato così sui social, un articolo relativo all'assoluzione della famiglia Mottola nel processo per l'omicidio di Serena Mollicone, 18enne di Arce (Frosinone).

I familiari della ragazza, sono rimasti molto delusi dalla sentenza in Corte d'Assise. Dopo l'ultima requisitoria del pm di Cassino, Maria Beatrice Siravo, infatti, credevano di aver messo, finalmente, la parola fine al caso di Cronaca Nera che si trascina, ormai, da 21 anni.

Il commento alla sentenza Mollicone

Nella giornata di venerdì 15 luglio i giudici di Cassino, dopo circa 10 ore di camera di consiglio, hanno deciso di assolvere tutti e cinque gli indagati del processo relativo all'omicidio di Serena Mollicone, la studentessa ritrovata senza vita il primo giugno del 2001. Marco Mottola, il padre Franco - all'epoca dei fatti comandante della Caserma dei Carabinieri di Arce - e la madre Anna Maria erano indagati per i reati di omicidio volontario e concorso in occultamento del cadavere. Il maresciallo Vincenzo Quatrale e l'appuntato Francesco Suprano, invece, erano accusati rispettivamente di concorso esterno in omicidio e favoreggiamento.

La sentenza ha suscitato polemiche e anche Omar Shabani, grande amico dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi - condannati nelle settimane scorse per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte - ha voluto commentarla.

"La legge è uguale per tutti! - ha sentenziato in una storia su Instagram completata da un articolo dedicato all'assoluzione della famiglia Mottola -. Ma non tutti siamo uguali per la legge!”.

Le parole del giovane sembrerebbero, almeno all'apparenza, una critica rivolta all'assoluzione di tutti gli imputati per la morte di Serena Mollicone.

Tuttavia, il messaggio potrebbe - come sottolinea Repubblica - essere più ambiguo e vi si potrebbe leggere anche una polemica relativa alla recente condanna per l'omicidio di Willy dei fratelli Bianchi.

Shabani ha sempre creduto nell'innocenza degli amici Gabriele e Marco Bianchi e, anche subito dopo la morte del 21enne sui social li aveva difesi a spada tratta.

Il dolore dei familiari di Serena Mollicone

Nelle scorse settimane, la pm di Cassino aveva indicato in Marco Mottola il possibile assassino di Serena Mollicone.

I familiari di Serena Mollicone, che non hanno mai smesso di cercare la verità, non si aspettavano l'assoluzione. E alla lettura della sentenza hanno provato dolore e sconforto. Antonio Mollicone, zio paterno della vittima, all'uscita dall'aula del tribunale, si è lasciato prendere dalla rabbia e, con altre persone, ha accerchiato i Mottola ed i loro legali. "Andremo avanti - ha affermato - non ci fermiamo di fronte a questa meschinità".

La sorella maggiore della vittima, Consuelo, venerdì sera, ha lasciato in lacrime l'aula e, nelle scorse ore, ha dichiarato amara: "Siamo stati traditi - ha spiegato - dai troppi 'non ricordo' - la memoria di Serena e di mio padre è stata offesa".