Monta la protesta dei precari delle Gps Scuola contro l’algoritmo ministeriale, reo di aver sfavorito alcuni aspiranti docenti nelle nomine telematiche. La delusione dei giorni scorsi dei tanti aspiranti docenti si sta trasformando in rabbia contro il ministero dell’Istruzione, considerato da alcuni come colpevole di aver eliminato le convocazioni per le nomine in presenza in luogo di quelle online a danno della trasparenza e del diritto dei candidati presenti nelle graduatorie.

'Algotruffa', il gruppo WhatsApp creato dai precari Gps contro l'algoritmo della 'discordia'

Nasce dunque un gruppo WhatsApp formato da circa 200 insegnanti dal nome molto originale: Algotruffa. L’appellativo si riferisce al sentimento con cui molti aspiranti docenti stanno vivendo in queste ore questa paradossale vicenda poco chiara circa la loro mancata nomina e contro un sistema di reclutamento fondato su un algoritmo il cui funzionamento sta creando un movimento di protesta in tutta Italia.

Al gruppo social farebbero parte anche i cosiddetti precari storici, quelli che, nonostante i punteggi elevati dovuti a tanti anni di insegnamento, non hanno ottenuto la cattedra annuale tanto sperata.

Molti messaggi raccontano le esperienze paradossali dei precari delle Gps

Questi sono alcuni dei messaggi che si leggono sulla chat, scritti da un insegnante: “Io insegno da 5 anni lettere alla Scuola secondaria di secondo grado e quest’anno ero tranquilla. Invece, sono stata esclusa a discapito di persone con punteggi più bassi.

Non capisco come mai”.

Pare essere assodato che la responsabilità di queste paradossali situazioni sia imputabile appunto all’algoritmo della ‘discordia’. I casi sono tanti e continuano ad aggiungersi sul gruppo messaggi di rabbia e di protesta contro il codice informatico messo a punto dal ministero dell'Istruzione.

Nella maggior parte dei casi il tenore dei testi pare ricalcare un canovaccio molto simile, additando l’algoritmo come il responsabile di anomalie relative alle nomine degli aspiranti precari con un basso punteggio, penalizzando viceversa gli altri docenti con un punteggio più alto.

Possibile ricorrere al Tar, ma i tempi sono lunghi

Molti di questi docenti precari hanno cercato di protestare di fronte l'ufficio scolastico in via Frangipane a Roma per chiedere spiegazioni su tutto quello che sta accadendo. Intanto qualcuno prospetta la possibilità di ricorrere al Tar, ma con scarsi risultati dal punto della tempistica: ”Io - spiega una docente - l’anno scorso sono rimasta senza cattedra a vantaggio di persone con punteggio più basso, ho fatto ricorso e dopo un anno ancora aspetto l’udienza al Tar”, quasi rassegnata per l’esperienza vissuta.