L'ultimo conteggio dei casi e delle vittime dell'epidemia di Ebola in Uganda ha evidenziato 131 casi confermati di malattia e 48 decessi. A riferirlo oggi è stato un funzionario sanitario attivo nella gestione dell'epidemia nel paese, Henry Kyobe Bosa, durante un briefing organizzato dall'ufficio africano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Il funzionario ha anche aggiunto che, in mancanza di previsioni esatte sull'andamento e sulla possibile conclusione dell'epidemia, le autorità sanitarie stanno facendo il possibile per contenere il diffondersi del virus, adottando le misure più adeguate alla situazione.

Nel paese è infatti in corso una campagna di contact-tracing e di sensibilizzazione sul rischio di contagio. Attualmente il governo sta aprendo nuovi centri sanitari di trattamento specifico in tutto il paese, in attesa dell'arrivo di nuovi vaccini da testare.

I rischi di contagio nella capitale

Il timore più grande delle autorità sanitarie ugandesi e internazionali è che il contagio si diffonda anche nelle aree più densamente popolate. Alcuni casi sono già stati registrati nella capitale del paese, Kampala, che conta quasi 1.7 milioni di abitanti.

In particolare è stato segnalato, sempre a Kampala, il caso di sei bambini infettati nello stesso nucleo familiare, dei quali non è stata diffusa l'identità.

Gli operatori sanitari del paese stanno chiedendo al governo misure di contenimento sanitario più strette, valutando anche la possibile chiusura delle attività nella capitale. Nei mesi precedenti sono state posti in lockdown i distretti da cui si è scatenato inizialmente il contagio, Mubende e Kassanda, nella zona centrale del paese.

La situazione è stata aggravata infatti da movimenti non autorizzati di persone infette dai distretti posti in isolamento verso la capitale.

I vaccini e il ceppo Sudan ebolavirus

L'epidemia che ha colpito il paese è causata dal ceppo virale Sudan ebolavirus, differente dal più comune Zaire ebolavirus, e per il quale non sono stati ancora sviluppati vaccini efficaci.

Il ceppo virale Zaire, che ha causato negli ultimi anni varie epidemie nell' Africa occidentale, è infatti coperto da alcuni vaccini, che si sono rivelati essenziali nel debellare i focolai scoppiati negli ultimi anni nella Repubblica Democratica del Congo, ex Zaire, da cui la famiglia virale ha preso il nome. Nel giro di poche settimane, secondo quanto riportato dal direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros Adhanom Gebreyesus, potrebbero iniziare dei test clinici di nuovi vaccini messi a disposizione da alcune aziende farmaceutiche.