Liliana Resinovich sarebbe morta per soffocamento. I medici legali Fulvio Costantinides e Fabio Cavalli incaricati dalla procura di Trieste di eseguire l'autopsia sul corpo della 63enne scomparsa da Trieste il 14 dicembre 2021 hanno depositato la loro relazione. Nei mesi scorsi, una bozza delle conclusioni era stata diffusa senza autorizzazione sollevando non poche polemiche. Ora, il procuratore Antonio De Nicolo, che fin dall'inizio ha seguito il caso di cronaca nera, dovrà decidere se procedere o meno con l'attività d'indagine.

Liliana Resinovich sarebbe morta soffocata

Liliana Resinovich, ex dipendente 63enne della Regione Friuli Venezia Giulia, è stata ritrovata senza vita il 5 gennaio scorso in un boschetto nei pressi dell'ex ospedale psichiatrico San Giovanni. La Procura di Trieste, come da protocollo, ha dato disposizione ai consulenti designati di effettuare, sul corpo della donna, l'esame autoptico e gli accertamenti tossicologici del caso.

Nelle scorse ore, in una nota la stessa Procura della Repubblica ha comunicato che il medico legale Fulvio Costantinides e il radiologo Fabio Cavalli hanno depositato la loro relazione. Stando alle conclusioni dei professionisti, Liliana Resinovich sarebbe deceduta per morte asfittica tipo spazio confinato (definita, dagli addetti ai lavori "plastic bag suffocation").

I medici legali hanno stabilito che il decesso risalirebbe a circa 48-60 ore prima del ritrovamento. Gli investigatori dovranno indagare su cosa abbia fatto e dove sia stata nelle tre settimane precedenti, ovvero dal giorno della sparizione.

Il procuratore deve decidere se continuare ad indagare sulla morte di Liliana Resinovich

I consulenti della Procura, dopo essersi confrontati con i periti nominati dalle altre parti coinvolte, nella loro relazione hanno sottolineato che il corpo di Liliana Resinovich non presentava lesioni traumatiche tali da essere considerate causa, o comunque, concausa di morte.

Ad esempio, hanno puntualizzato, non c'erano emorragie e/o solchi al collo e neppure lesioni da difesa. L'ex dipendente pubblica, inoltre, al momento del rinvenimento indossava normalmente i suoi abiti, che erano integri e "senza chiara evidenza di azione da parte di terzi".

La Procura di Trieste, a questo punto, come spiegato dallo stesso procuratore De Nicolo dovrà decidere come procedere valutando se considerare complete le indagini preliminari svolte o se, invece, siano opportune attività ulteriori onde non lasciare niente d'intentato per fare piena luce sulla scomparsa e sulla morte di Liliana Resinovich. La decisione, da quanto si apprende, sarà influenzata dall'entrata in vigore, imminente, della riforma penale e dalle carenze nell'organico dei magistrati.