Non si danno pace i genitori di Riccardo Faggin, il 26enne morto in un incidente d'auto la notte tra martedì 29 e mercoledì 30 novembre. Il giovane, residente ad Abano Termo (Padova) aveva detto a casa che stava per laurearsi e i suoi cari gli avevano organizzato una festa. Da quanto emerso, però, lo studente non stava terminando il suo percorso di studi.

Per questo motivo, non si esclude che il ragazzo possa aver provocato lo schianto con l'intento di togliersi la vita. "La colpa è anche nostra", ha commentato, a La Repubblica, la madre Luisa Cesaron.

La donna ha anche esortato i ragazzi a confrontarsi con i genitori e a non tenersi tutto dentro.

L'incidente e la finta festa di laurea

Riccardo era iscritto a Scienze infermieristiche all'Università degli Studi. Aveva sostenuto solo una manciata di esami, ma ai suoi genitori aveva annunciato che era in procinto di discutere la tesi. Papà Stefano e mamma Luisa gli avevano organizzato, per mercoledì 30 novembre, una festa di laurea: avevano prenotato un ristorante, gli avevano preso un regalo e per condividere con tutti quel momento di gioia, avevano addobbato, con fiocchi rossi, il cancello di casa.

Nella notte tra martedì e mercoledì, però, Riccardo è morto in un incidente stradale. Mentre percorreva la via Romana Aponense da Abano Terme verso Padova, all'altezza di Latisana, la sua Opel Corsa è improvvisamente sbandata e, uscendo di strada, si è schiantata a contro un albero, un platano.

Per il 26enne non c'è stato nulla da fare e i soccorritori, subito arrivati sul posto, non hanno potuto far altro che decretarne il decesso. Gli inquirenti, chiamati a far luce sul caso di cronaca, hanno presto scoperto anche la "vita parallela" che Riccardo si era creato. I suoi familiari, scoprendo che in Facoltà, in questi giorni, non erano state programmate discussioni di tesi di laurea, si sono così resi conto che il ragazzo, per mesi e mesi, aveva mentito.

Il dolore dei genitori di Riccardo

Al momento, non si esclude nessuna ipotesi, ma i genitori di Riccardo Faggin sono tormentati dal senso di colpa e dal dolore. Non riescono a fare a meno di pensare che il ragazzo possa aver provocato volontariamente l'incidente. Forse per togliersi la vita, forse, semplicemente, per guadagnare con una convalescenza ulteriore tempo.

"La verità - ha affermato mamma Luisa - è che è morto la notte prima che si scoprisse la sua bugia".

Martedì sera, stando a quanto ricostruito, il ragazzo è uscito dicendo: "Mi sento teso e vado a fare un giro al bar". Tuttavia, il locale che era solito frequentare era chiuso. "Non sappiamo - ha spiegato mamma Luisa - chi abbia incontrato: gli inquirenti stanno indagando".

I genitori di Riccardo hanno ammesso di sentirsi in qualche modo responsabili per quello che è accaduto al figlio. Luisa ha riferito che, in famiglia, c'erano stati qualche scontri, ma niente di particolarmente grave. "Lo vedevamo un po' fermo - ha ricordato - e per questo motivo lo riprendevamo affinché si muovesse un po' con questa laurea".

"Sono cose - ha proseguito- che tutti i genitori dicono e ci sembrava la normalità. Adesso, invece, per non essere riusciti a capire nostro figlio, abbiamo un grande senso di colpa".

"La responsabilità - ha aggiunto Stefano Faggin - me la sento addosso". Poi, dicendo di provare vergogna come genitore, ha concluso: "Mi rimprovero di non essere stato in grado di leggere certi segnali e di non avergli insegnato ad essere più forte".