Il presunto assassino del 27enne Pierpaolo Panzieri, il ragazzo ucciso a Pesaro con 13 coltellate, è stato catturato a tempo di record, solo 30 ore dopo il delitto, mentre fuggiva in Romania. Si tratta di un trentenne, amico d’infanzia del ragazzo ucciso nella notte tra lunedì 20 e martedì 21 febbraio; sarebbe il figlio del proprietario di un noto albergo in centro città. Come ha spiegato il questore di Pesaro, Raffaele Clemente, la soluzione così rapida di un caso di cronaca nera che sembrava davvero misterioso è dovuta a due fattori: la tempestività degli uomini della Squadra mobile, che hanno condotto con perizia le indagini coordinate dalla locale procura, e la preziosa collaborazione dei cittadini e, in particolare, dei familiari della vittima e del presunto aggressore che hanno fornito tutte le indicazioni utili a dare una soluzione alla vicenda.

Il presunto responsabile del delitto soffrirebbe di ludopatia

Il giovane fermato in Romania lavorava come portiere nell’hotel di famiglia: chi lo conosce descrive il suo carattere irascibile e soprattutto la sua passione smodata per il gioco, che potrebbe essere anche alla base del movente di un delitto difficile da spiegare. Di certo agli inquirenti è parso subito chiaro come la vittima conoscesse bene il suo killer, tanto da averlo fatto entrare senza problemi nella sua nuova casa nel centro storico di Pesaro, in cui viveva da 15 giorni. Inoltre i due avevano cenato insieme, come testimonia la tavola apparecchiata per mangiare una semplice pasta al pomodoro, accompagnata da due bicchieri di birra lasciati a metà.

La fuga del trentenne da Pesaro subito dopo il delitto

Almeno 13 coltellate hanno colpito il 27enne, che ha cercato invano rifugio nel bagno di casa, prima di accasciarsi a terra esanime. Il trentenne è scappato a piedi per raggiungere l’automobile del padre, una Renault Clio, di cui aveva sottratto le chiavi già prima di recarsi nell’abitazione dell’amico.

Inoltre il presunto responsabile aveva precedentemente rubato alla nonna diverse centinaia di euro, elemento che farebbe pensare a una premeditazione nella fuga. Quando il fratello del ragazzo ucciso ha scoperto il corpo ormai privo di vita, il trentenne si era già allontanato da Pesaro da parecchie ore, portando via con sé anche il coltello utilizzato nell’aggressione, che con ogni probabilità è stato occultato da qualche parte.

Inoltre ha preso anche il cellulare della vittima, forse per nascondere i messaggi che provavano il loro appuntamento. Tuttavia i familiari del ragazzo ucciso e anche diversi suoi amici erano al corrente della cena tra i due in programma lunedì sera: ne hanno quindi subito parlato agli inquirenti, mettendoli sulle tracce del fuggitivo.

L’arresto è avvenuto in Transilvania

Nessuno ha più visto il trentenne da quando si è recato nella casa dell’amico, poco distante dall’albergo di famiglia. I genitori del presunto responsabile hanno collaborato con gli inquirenti, fornendo la targa dell’automobile con cui stava scappando. La vettura è stata successivamente ritrovata in Romania, abbandonata sul ciglio di una strada dal giovane, probabilmente dopo che la benzina era finita.

A quel punto il fuggitivo, preso dal panico, è salito su un treno in Transilvania, dove è stato fermato poche ore dopo dalle forze dell’ordine: a quanto pare presentava ancora con tracce del sangue della vittima sui vestiti. Infatti, nel frattempo la polizia slovena e quella rumena erano state allertate dagli investigatori italiani. Quando la pm Silvia Cecchi ha raccolto sufficienti prove e testimonianze a carico del sospetto, è stato ottenuto un mandato di cattura europeo, con l’accusa di omicidio volontario, aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi.