I proprietari terrieri la lasciavano ai contadini, la sua buccia coriacea la rendeva inadatta ai palati dei ricchi. Si piantava nelle zone marginali o tra il granturco. La cicerchia era considerato il più povero dei legumi. Ma le sue proprietà nutritive l’hanno emancipata dalla sua condizione di subalternità: scarsa quantità di grassi ed elevato contenuto di proteine e amido oltre alle fibre, al calcio, al fosforo e alle vitamine B1 B2 e PP. Di provenienza Mediorientale, la cicerchia era coltivata prima dai greci e poi dai romani. In Italia la maggiore produzione era del centro – sud fino ad estinguersi quasi del tutto.

“Quando negli anni 90’ decidemmo di salvare i prodotti della tradizione – racconta Gianfranco Mancini, presidente dell’associazione ‘La Bona usanza di Serra de’Conti’ – ricordai questo legume che cucinava mia nonna e che era sparito negli anni sessanta, quando lei morì. Non trovavo più il seme fin quando incontrai una signora anziana che lo coltivava”.

Siamo sulle colline marchigiane in provincia di Ancona ma il legume sta rinascendo anche in alcune zone della Campania e del Lazio. Come ricorda Gianfranco, nel 1997 la cicerchia di Serra de’ Conti diventa presidio ‘Slow food’ ed è formalmente riconosciuta nel registro della regione Marche. Da allora le coltivazioni sono sottoposte ad un rigido disciplinare di produzione per garantire i consumatori e proteggere l’ambiente.

Si semina nel “centesimo giorno dell’anno

Lo diceva la nonna di Gianfranco, intorno alla metà di aprile e si raccoglie tra luglio ed agosto: non ha bisogno di cure particolari, cresce anche in condizioni non facili, resiste al caldo, si adatta a terreni poco fertili e a temperature fredde. Per questo era considerato in passato un legume di ‘riserva’ al quale si poteva attingere per sfamarsi in caso di carestia e siccità.

La cicerchia deve essere messa a bagno per circa sei ore

Bisogna cambiare l’acqua per un paio di volte e poi cotta al naturale per quaranta minuti. Può essere utilizzata per zuppe o minestre, per condire la pasta o come contorno. Particolarmente buona anche cucinata in purea. Mentre con la farina del legume si preparano maltagliati e pappardelle.