Dal Museo Mauritshuis a L'Aia, chiuso per restauri, sono uscite oltre al capolavoro di Vermeer "La ragazza con l'orecchino di perla" altre trentasette opere, divise per tematiche. Nella prima sezione si ripercorre la storia del Mauritshuis, famoso per la favolosa collezione di opere del Seicento e Settecento.
Molti i dipinti di Rembrandt, alcuni esposti a Bologna, come il "Canto di lode di Simeone".
La seconda sezione è dedicata ai paesaggi olandesi: molti furono gli artisti che li rappresentarono con una vasta gamma di soggetti, dai boschi ai prati, dalle città ai fiumi, agli specchi d'acqua. Artisti quali Jacob Van Ruisdael, Salomon Van Ruysdael, Jan Van Goyen per concludere con opere realizzate da artisti che dipinsero, affascinati dalla bellezza, paesaggi italiani, come per esempio Jan Both.
Si passa poi alla parte della mostra dedicata ai ritratti, di certo più familiari al grande pubblico. Per la prima volta vengono rappresentate persone di ogni classe sociale, ritratti di grande realismo, contestualizzati in un periodo storico di forte crescita economica della Repubblica olandese, in cui emergevano nuove classi sociali. I ritratti nascevano dall'esigenza di cristallizzare momenti di vita importanti, quali matrimoni, nomine di pregio in ambito sociale. Su tutti domina Antoon Van Dick, col proprio tratto ineguagliabile.
Si giunge quindi, agli interni con figure: molti i soggetti trattati, dalle osterie alle case nobili e borghesi, tanti i momenti di vita rappresentati con l'intento di portare chi osserva l'opera ad agire nel modo più virtuoso, come nel famoso "Canto di lode di Simeone" di Rembrandt, a sfondo religioso.