Palazzo Fava, Bologna:  è iniziata da qualche giorno e si concluderà il 25 maggio la mostra "La ragazza con l'orecchino di perla -Il mito della Golden Age da Vermeer a Rembrandt" ultima tappa di un tour mondiale che si conclude in Italia, quale unica occasione europea.

Dal Museo Mauritshuis a L'Aia, chiuso per restauri, sono uscite oltre al capolavoro di Vermeer "La ragazza con l'orecchino di perla" altre trentasette opere, divise per tematiche. Nella prima sezione si ripercorre la storia del Mauritshuis, famoso per la favolosa collezione di opere del Seicento e Settecento.

Molti i dipinti di Rembrandt, alcuni esposti a Bologna, come il "Canto di lode di Simeone".

La seconda sezione è dedicata ai paesaggi olandesi: molti furono gli artisti che li rappresentarono con una vasta gamma di soggetti, dai boschi ai prati, dalle città ai fiumi, agli specchi d'acqua. Artisti quali Jacob Van Ruisdael, Salomon Van Ruysdael, Jan Van Goyen per concludere con opere realizzate da artisti che dipinsero, affascinati dalla bellezza, paesaggi italiani, come per esempio Jan Both.

Si passa poi alla parte della mostra dedicata ai ritratti, di certo più familiari al grande pubblico. Per la prima volta vengono rappresentate persone di ogni classe sociale, ritratti di grande realismo, contestualizzati in un periodo storico di forte crescita economica della Repubblica olandese, in cui emergevano nuove classi sociali. I ritratti nascevano dall'esigenza di cristallizzare momenti di vita importanti, quali matrimoni, nomine di pregio in ambito sociale. Su tutti domina Antoon Van Dick, col proprio tratto ineguagliabile.

Si giunge quindi, agli interni con figure: molti i soggetti trattati, dalle osterie alle case nobili e borghesi, tanti i momenti di vita rappresentati con l'intento di portare chi osserva l'opera ad agire nel modo più virtuoso, come nel famoso "Canto di lode di Simeone" di Rembrandt, a sfondo religioso.

Ma ci sono anche artisti, che esprimono l'agire eticamente corretto, in modo umoristico, quale Jan Steen col suo quadro dal titolo "Al vecchio che canta il giovane fa eco" e altri ancora.


Ed eccoci alle nature morte, emblema di uno dei periodi storici più incredibili e straordinari della storia dell'Arte.
Nel periodo della Golden Age olandese, le nature morte videro il loro trionfo con la rappresentazione di fiori, cibo, utensili da cucina, volatili. Anche qui non manca il messaggio morale, sulla fugacità delle cose e della vita stessa, come in "Natura morta con candela" di Pieter Claesz.


Ma la parte più importante è dedicata a lei, attesa come una dea, "La ragazza con l'orecchino di perla", grande capolavoro di Jan Vermeer, momento culminante della mostra, in cui a incorniciare il morbido viso della ragazza è la perla, resa con una luce irripetibile.


A tanta grazia si aggiunge una mostra, sempre a Palazzo Fava, dal titolo "Attorno a Vermeer, i volti le luci, le cose" che espone maestri italiani dal Novecento ad oggi, in venticinque opere, quali Piero Guccione, Franco Sarnari e molti altri.


Tutti i dettagli della mostra sono consultabili sul sito ufficiale www.lineadombra.it.