Nella notte tra il 4 e il 5 gennaio scorso, all'età di cinquantanove anni, Pino Daniele ci ha lasciato a causa di un attacco cardiaco fatale. La sua carriera artistica inizia nel 1977 e si evolve, con un successo dietro l'altro, a livello internazionale al punto che arriva a collaborare con artisti del calibro di Ralph Towner, Yellow Jackets, Mike Mainieri, Danilo Rea, Mel Collins, Pat Metheny, Chick Corea, Eric Clapton, con una produzione complessiva di quasi trenta album musicali (compresi quelli live). Viene considerato tra i principali promotori del Neapolitan Power, una sorta di genere musicale - ma anche di format culturale-artistico - che evoca un "partenopeismo" nella musica con toni e sonorità derivanti dal jazz, dal funky e dal blues, e del tarumbò, una specie di innesto tra tarantella e blues.
Pino Daniele e il cinema
Pino Daniele è anche un grande compositore di colonne sonore, e il film, del 1991, "Pensavo fosse amore... invece era un calesse", diretto da Massimo Troisi, vince addirittura, nel 1992, il Nastro d'Argento alla migliore colonna sonora. I film con le sue musiche sono tutti successi intramontabili, soprattutto di pubblico. Collabora con Massimo Troisi su tre film, "Ricomincio da tre" (1981), "Le vie del Signore sono finite" (1987), "Pensavo fosse amore... invece era un calesse" (1991), e con vari altri registi, tra cui Sergio Corbucci, per "La mazzetta" (1978), Francesco Rosi, per "Tre fratelli" (1981), Nanni Loy, per "Mi manda Picone" (1983), Salvatore Piscitelli, per "Blues metropolitano" (1985), Elio Porta, per "Se lo scopre Gargiulo" (1988), Vincenzo Salemme, per "Amore a prima vista" (1999), Enzo D'Alò, per "Opopomoz" (2003), Antonio Bocola e Paolo Vari, per "Fame chimica" (2003), Marco Risi, per "Maradona - La mano de Dios" (2006), Alessandro Siani, per "La seconda volta non si scorda mai" (2008),
Negli ultimi anni i suoi pezzi musicali compaiono nel film "Negli occhi" del 2009, per la regia di Daniele Anzellotti & Francesco Del Grosso, in "Passione" del 2010, per la regia di John Turturro, e, da ultimo, in "Il principe abusivo" (2013), regia di Alessandro Siani.
Pino Daniele e John Turturro
Di aneddoti legati al Cinema ce ne sono tanti. Uno per tutti è il suo incontro a New York, nella Casa Italiana Zerilli Marimò della New York University, con John Turturro durante il tour americano del giugno 2012. Nonostante i due avessero lavorato insieme, anche se solo virtualmente, nel film "Passione" del 2010, diretto appunto da Turturro (nel quale c'è il fantastico pezzo di Pino, Napulé), in quell'occasione si incontrano per la prima volta.
Il loro dialogo è affettuoso, il clima è di grande complicità, lo scambio di battute diverte il pubblico, i due quasi si "riconoscono", anziché "conoscersi" (tanto per usare un'espressione felice di Oscar Wilde!), e, a fine intervista, dichiarano entrambi il proposito di lavorare insieme, finalmente di persona, su un nuovo film o concerto in omaggio alle radici del jazz e del blues, magari partendo da New Orleans dove il jazz è stato anche italiano.
Le polemiche sulla morte di Pino Daniele
Tante le polemiche sulle circostanze del decesso, sul luogo dei funerali, su quello che si poteva o non si poteva fare ovvero che andava fatto per evitare la tragedia. Ricordiamolo, tuttavia, teneramente, nella sua "Napulé" di "mille culure", con il suo ultimo tweet, dove scrive "back home... in viaggio per casa", anche se la foto lì allegata non è a colori, bensì ritrae in bianco e nero la strada e il paesaggio innevati ...