Un'altra componente del famoso "club dei 27". Amy Winehouse quattro anni fa si è aggiunta a una lunghissima lista di artisti morti a 27 anni, come Kurt Cobain, Jimi Hendrix e Jim Morrison. Nata il 14 settembre 1983, negli ultimi anni si è sentito parlare di lei più per i problemi legati ad alcol e droga che per i suoi album. Il suo primo album è uscito nel 2003, "Frank", e le ha dato il via a una facile scalata alla vetta delle classifiche inglesi. L'album della consacrazione è "Back to Black", aperto dal suo più famoso singolo: "Rehab". Ha lavorato con artisti del calibro di Mark Ronson, Rihanna e Jay Z.

Tra gli altri singoli ricordiamo "Valerie", "Back to Black" e "Just Friends".

La morte

Cinque anni fa Amy veniva trovata morta nel letto di casa sua. La morte è stata causata da uno shock, lo "stop and go", provocato dall'assunzione di una massiccia dose di alcol dopo un lungo periodo di astinenza. Ma sulla sua morte circolano diverse voci: il fratello ha dato la colpa alla bulimia, molti dicono che è stato nascosto qualcosa di importante al pubblico, mentre i teorici del complotto dicono che quello di Amy Winehouse non sia stato un vero suicidio. Negli ultimi anni la cantante aveva spesso abusato di droga e alcol, che gli provocavano violenti sbalzi di umore e perdita di peso. In molte interviste chi ha conosciuto di persona Amy ha dichiarato che era una ragazza fragile, e i problemi legali e sentimentali non l'hanno aiutata, soprattutto quando fu all'apice del successo.

Ha tentato e ritentato di uscire dal tunnel della droga, ma nessuno ha saputo aiutarla davvero.

Alcune curiosità

Amy Winehouse a 12 anni ha vinto una borsa di studio per un'accademia d'arte, ma fu successivamente espulsa perché "non si applicava". Nel 2008 Amy fu votata come la più grande eroina dai giovani inglesi, anche se lei ha sempre rifiutato il ruolo di icona.

Migliaia di fan l'hanno imitata per anni, vestendosi proprio come lei, ma Amy ha sempre risposto: "Non sono un'icona, mi vesto come se fossero gli anni 50!"

La vicenda di Amy Winehouse può sicuramente aiutarci a riflettere: ancora un'altra artista morta per "troppo successo".Tutti gli artisti vengono letteralmente travolti dall'onda del successo e mantenere sempre alte le prestazioni e le aspettative non è per nulla facile in un mondo che continuamente "usa e getta" senza guardare in faccia nessuno.

Al giorno d'oggi droga ed alcol sono i compagni prediletti di quasi tutti gli artisti internazionali, e il numero di morti per overdose aumenta a dismisura. Un talento come quello di Amy meritava sicuramente una fine migliore. Ciao Amy.