Il 12 dicembre scorso sono rimasti aperti oltre all'orario consueto tre musei fiorentini: Palazzo Vecchio, Palazzo Strozzi e Opera del Duomo, ma per essere visitati gratuitamente non dai cittadini, ma dai primi trecento fortunati iscritti alla Leopolda, l'ormai famosa convention politica ideata e lanciata dal premier Matteo Renzi insieme a Pippo Civati nel 2010. Il premier, da buon presentatore di televendite, ha regalato ai primi "leopoldiani" che hanno telefonato per prenotare un posto alla sua manifestazione, un biglietto omaggio per visitare gli splendidi musei fiorentini.

Iva Zanicchi non avrebbe saputo fare di meglio. Ma c'è poco da ironizzare anche se il personaggio di Renzi si presta bene: la sua è una trovata iniqua, pensata per pochi eletti a scapito dei più, un privilegio per i suoi seguaci, ma che non vale per chi invece, se ha voglia, si mette in fila, paga il biglietto e rispetta gli orari del museo per visitarlo.

Cultura e potere

C'è da chiedersi quale sia il nesso logico tra una manifestazione politica durante la quale Matteo Renzi si è divertito anche a stilare una classifica dei "peggior titoli di giornali", e la visita di un museo; la cultura è il nostro patrimonio, appartiene a tutti, non è appannaggio di amici e parenti del potente di turno né essa può essere usata per scopi politici, mercificandola e mettendola in vendita, soprattutto se si pensa a quanto siano esosi in Italia i prezzi dei musei e delle mostre tanto da scoraggiare specialmente molti potenziali visitatori giovani.

Si dovrebbe piuttosto prendere esempio dai musei esteri dove l'ingresso è completamente gratuito, ma si sa, questo governo che non perde occasione per evocare "modelli esteri", non presta attenzione ad esempi virtuosi come quello del British Museum o della National Gallery di Londra. Tuttavia la trovata di Renzi si colloca all'interno del suo tipico modus operandi di fare annunci (che non trovano un riscontro concreto nei fatti), di regalare bonus e distribuire mance agli italiani per cercare di accattivarseli, i famosi 80 euro e i 500 euro ai diciottenni ne sono un esempio lampante.