La Giovanna d'Arco di Verdi, rappresentata ieri sera alla Scala di Milano si è conclusa con 11 minuti di applausi e con le tradizionali contestazioni fuori dal teatro. Tutto nella norma, o quasi: a garantire l'incolumità dei presenti, oltre ai tiratori scelti, 700 agenti in assetto antiterroristico e alla fine della rappresentazione un piccolo fuoriprogramma della transessuale Efe Bal.

Renzi: "Non chiudiamoci in casa"

Il premier Matteo Renzi, accompagnato dalla moglie Agnese, al termine del primo atto, ha esortato il pubblico ad uscire di casa per partecipare agli eventi culturali e religiosi, con chiaro riferimento al Giubileo, che rappresentano la voce di un'Italia che non ha paura del terrorismo.

Fuori dal teatro

Come ogni anno, fuori dal teatro, non sono mancate le contestazioni pacifiche in contrasto con l'ostentazione del lusso dei partecipanti all'evento. Su Palazzo Marino spiccava lo striscione "Centinaia di ricchi, miliardi di poveri. Questo è lo stato di emergenza".

La passerella pre-elettorale

Tra i partecipanti all'evento non sono, ovviamente, mancati i volti noti della politica italiana, i candidati ufficiali alle elezioni amministrative di Milano del 2016, come Corrado Passera e quelli su cui aleggia ancora un punto di domanda, come il giornalista Alessandro Sallusti, compagno diDaniela Santanché. Presente anche il sindaco uscente Giuliano Pisapia con la moglie Cinzia Sasso.

La Giovanna d'Arco di Verdi

Andata in scena per la prima volta proprio alla Scala il 15 febbraio 1854, Giovanna d’Arco è, in ordine cronologico, la settima opera di Giuseppe Verdi. Ad essa è seguito un lungo periodo di assenza del compositore. Stando ai fatti, dopo questa prima rappresentazione, l'impresario Bartolomeo Merelli, senza avvisare Verdi, stava cedendo i diritti del libretto a Giulio Ricordi; con molta probabilità questo screzio è la causadel periodo di assenza.

Verdi ritornerà alla scala solo nel 1869 con la "Forza del destino".

Il fuoriprogramma di Efe Bal

Alla fine dell'opera, durante gli 11 minuti di applausi, la transessuale Efe Bal, regolarmente seduta tra i paganti, ha tirato fuori un fazzoletto con lo slogan "regolarizziamo la prostituzione per un’Italia giusta ed equa" e si è letteralmente tuffata nella buca d'orchestra. Il gesto è passato inosservato alla platea ma non ai palchi.