Il recente concorso PNRR docenti sta mettendo alla prova i partecipanti con un livello di difficoltà percepito come superiore rispetto alle edizioni precedenti.

Questo concorso che abbraccia diverse categorie dell’insegnamento, includendo sia la Scuola dell’infanzia che la primaria e la secondaria, si rivolge sia ai posti comuni sia a quelli destinati al sostegno. L’iniziativa si inserisce nel progetto che mira a potenziare il corpo docente, con l’obiettivo di raggiungere la cifra di 70 mila insegnanti assunti entro il 2026, rafforzando così il sistema educativo nazionale.

Molti aspiranti però hanno espresso perplessità di fronte a quesiti ritenuti particolarmente ostici (ad esempio il Triangolo di Kanizsa, le teorie di Piaget e le teorie dell’attaccamento di Bowlb), segnalando una selezione più rigorosa che sembra voler alzare l’asticella per l’accesso ai ruoli previsti.

Quesiti tecnici e specifici spiazzano i candidati

Secondo quanto riportato dai candidati, le prove scritte di questa seconda tornata concorsuale, tenutasi il 25 febbraio 2025, si distinguono per un approccio più tecnico e specifico. Non si tratterebbe solo di una maggiore complessità generale, ma di domande formulate in modo da richiedere competenze approfondite e una preparazione mirata, soprattutto su tematiche legate alla gestione dei fondi europei e alle normative collegate al PNRR.

Alcuni hanno raccontato di essersi trovati spiazzati da quesiti che, a loro avviso, esulavano dai programmi indicati o che presentavano un grado di dettaglio inatteso.

Difficoltà segnalate al Concorso PNNR Docenti: dalla normativa al tempo a disposizione

Le segnalazioni arrivate da diverse sedi d’esame sottolineano, ad esempio, difficoltà con domande su aspetti pratici della progettazione europea o su riferimenti normativi poco battuti nei manuali tradizionali.

“Ci aspettavamo un esame impegnativo, ma non così tanto”, ha commentato un candidato, evidenziando come il tempo a disposizione sia stato un ulteriore fattore critico per affrontare quesiti tanto articolati.

Questa percezione di maggiore selettività potrebbe riflettere l’intento di individuare profili altamente qualificati per gestire le risorse del PNRR, un piano importante per il rilancio economico del Paese.

Tuttavia, tra i partecipanti c’è chi si chiede se il livello di difficoltà non rischi di penalizzare chi, pur avendo una buona preparazione, non ha avuto modo di approfondire certi argomenti specialistici.

Risultati attesi e dibattito tra i candidati

I risultati ottenuti dai candidati al Concorso PNNR docenti sembrano evidenziare un trend chiaro: in una scuola con 13 partecipanti, molti non sono riusciti a superare la soglia della sufficienza, e il punteggio più alto raggiunto è stato di 96.

L’esame ha messo alla prova i concorrenti con domande che richiedevano una conoscenza approfondita di figure come Comenio e di movimenti come il personalismo pedagogico, insieme a competenze specifiche sulla normativa legata all’orientamento e sulla legge 170/2010, che disciplina i disturbi specifici dell’apprendimento.

Intanto, le prove proseguono e gli occhi sono puntati sui risultati, che diranno se questa nuova impostazione avrà effettivamente premiato i più preparati o se, come temono alcuni, abbia ristretto troppo il campo dei selezionati. Per ora, il dibattito tra i candidati del Concorso PNNR docenti è vivo, tra chi accetta la sfida e chi invece spera in un aggiustamento per i futuri bandi.