Checco Zalone continua ad essere il re dei cinema italiani e si appresta a battere ancora record su record. Dopo i primi numeri venuti fuori dalla prima serata di proiezione del Film "Quo Vado"nelle sale cinematografiche della penisola con incassi di 7 milioni di euro solo nella giornata del 1 gennaio, ecco che arrivato i dati relativi al weekend con numeri davvero impressionanti. Quo Vado, ovviamente, si conferma il film più visto del fine settimana con 22 milioni di Euro di incassi in 3 giorni con 3 milioni di spettatori e una media di 18 mila euro per sala.

Al secondo posto dei films più visti del weekend si attesta Il Piccolo Principe con poco meno di 3 milioni di euro, tra il primo e il secondo c’è una differenza di incassi di circa 19 mln di euro . Al terzo posto troviamo Star Wars che raggiunge la cifra di 22 mln di euro di incassi, ma in tutto il periodo di programmazione. Per Checco Zalone si tratta dell’ennesima conferma, un successo inaudito per un artista che con la sua semplicità è riuscito a penetrare il cuore degli italiani.

La Prima Repubblica, nostalgia dei privilegi del posto fisso

Quo Vado ha tutto quello che ci si aspetta da Chezzo Zalone, comicità graffiante che racconta uno spaccato di Italia vista con gli occhi del cittadino medio.

Questo film, oltre a presentare battute a crepapelle, lascia anche molto spazio alle riflessioni, riflessioni su temi quali l’ambiente e la legalità per stupire tutti con una conclusione strappalacrime sul tema del sociale.

All’interno del film non mancano i brani interpretati da Zalone, sul web sta spopolando la canzone “la prima repubblica, un brano interpretato nello stile di Adriano Celentano che racconta la nostalgia per gli anni ottanta e tutti quei privilegi di cui poteva godere che chi aveva la fortuna di un posto fisso.

La difesa a denti stretti del posto fisso contro ogni avversità e rifiutando anche delle proposte da capogiro, è un po’ la chiave del film che enfatizza l’italiano raccomandato alla ricerca di un posto nella pubblica amministrazione per non far nulla e beneficiare solo dei numerosi vantaggi che dà l’essere dipendente pubblico.