"La nostra giostra è pronta per diventare patrimonio dell'UNESCO". Queste le parole di Guido Tendas, sindaco di Oristano e presidente della Fondazione Sa Sartiglia, dopo aver analizzato i numeri delle presenze alla kermesse nell'edizione del 2016, conclusa appena appena una settimana fa. Tutto esaurito sia la domenica nonostante il maltempo, che martedì grasso. Nei percorsi di via Duomo e di via Mazzini si sono affollate oltre 60000 persone, sono stati venduti 6075 biglietti per un incasso di oltre 135000 euro.

Una giostra di carnevale nata nel '400

Numeri importanti che crescono di anno in anno. Niente male per una giostra di carnevale nata nel 1465 e giunta quest'anno alla 551ª edizione. La paternità della manifestazione venne attribuita ad un canonico, l'Arcivescovo Dessì, che verso la fine del XIV secolo l'avrebbe inventata per distogliere la popolazione dal peccare e impegnarla in un sano spettacolo sportivo. I Gremi dei Contadini e dei Falegnami sono i custodi di questa storia antica che ogni anno si ripete mischiando il sacro col profano. L'ufficialità della scelta dei due capicorsa viene fatta solennemente nelle rispettive chiese di appartenenza il 2 febbraio, giorno della Candelora. I Presidenti dei due Gremi, Umberto Atzei e Amedeo Pireddu hanno consegnato il cero benedetto adAlessio Garauche guiderà i falegnami e Francesco Castagnache condurrà i contadini.

La vestizione de Su Componidori

La parte più suggestiva, come testimonia la nostrafotogalleryrimane però la vestizione: il cavaliere verrà trasformato dalle mani sapienti ed esperte delle massaie in 'Su Componidori'. Gli faranno indossare maglia, camicia e giubba in pelle fino ad arrivare alla maschera che gli nasconderà il volto umano e lo trasformerà in un essere ultraterreno.

Arriverà poi il cavallo da cui potrà scendere soltanto alla sera, alla fine di una giornata indimenticabile. Il corteo dei cavalieri lo attende con in testa 'su segundu' e 'su terzu', suoi amici e compagni di Sartiglia. Lo scorteranno fino in via Duomo, punto di partenza della corsa alla stella. Qui comincerà la discesa, seguito poi da tutti quelli che avranno la fortuna di ricevere la spada.

La sfilata terminerà con 'Sa Remada', una benedizione che il capo corsa effettuerà sdraiato sulla sella del cavallo con in mano 'Sa Pippia de Maju', un doppio mazzo di viole, mammole e pervinche. Ci si sposterà poi in via Mazzini ad assistere alle spericolate pariglie e per finire il rientro nella sede del Gremio di appartenenza con la svestizione della maschera e con 'Su Componidori' che ridiventa uomo.

Il presente e il passato della Sartiglia, tesoro inestimabile di Oristano e della Sardegna, sperando che in un futuro prossimo l'UNESCOdiventipatrimonio dell'umanità.