Un anno ha impiegato Gianfranco Rosi per girare il documentario su Lampedusa e l'immigrazione, ed il frutto di questo anno di osservazione e studio, è tutto lì, in quella pellicola della durata di poco più di 100 minuti con protagonista Samuele, il figlio di un pescatore e vincitrice dell'Orso d'ORO al Festival del Cinema internazionale di Berlino

Doppio è lo sguardo del regista, da una parte c'è Samuele, il ragazzino che si diverte ad acchiappare i passeri con una fionda, c'è la nonna e il medico Bortolo, unico medico dell'isola; dall'altra c'è il mare ed i migranti che lanciano disperati sos e ineluttabilmente affogano, o si bruciano la pelle a contatto con la nafta e muoiono egualmente a tutte le età.

Il doppio sguardo presente nel film

Bella, la testimonianza del medico, sia quando compie una ecografia ad una migrante incinta e scopre che costei porta in grembo due gemelli, sia quando racconta delle perquisizioni fatte ai cadaveri di mamme e di bimbi morti nei naufragi. Pur essendo diventata una routine, lui non riesce a svolgere il suo dovere con distacco, ogni volta è uno strazio, ogni volta gli piange il cuore a dover constatare come facilmente si muoia in questo mare così bello e pescoso.

No, non ci si può fare l'abitudine e il suo sguardo perlustratore non può che portarsi dietro il senso dolente di una impotenza e insieme di una grande rabbia.

Bisogna osservare e registrare, un po' come fa Samuele, il ragazzino che dopo la scuola perlustra le campagne, soffre il mal di mare e si costruisce una fionda con le sue mani.

L'occhio di Samuele è pigro e dovrà mettere lenti apposite e una benda per farsi che lavori, mentre le nostre coscienze, intorpidite dalla televisione e dai discorsi del più bieco populismo, quando mai si risveglieranno, e quando ci indurranno a fare qualcosa perchè queste tragedie non si ripetano ?

Racconta il dottor Bortolo, mentre mostra una carretta del mare carica come un uovo, che in alto sul ponte, ci sono i viaggiatori di prima classe, quelli che pagano 1800 euro a passaggio, poi nel ponte sottostante quelli di seconda, che viaggiano con biglietto di 1000 euro, poi nella pancia della nave quelli che hanno pagato solo 800 euro, e quelli, quando è molto caldo, non escono vivi.

Cosa si può fare perchè tanto male cessi di esistere? Intanto consigliamo di vedere questo docufilm, perchè a differenza di Sacro Gra, qui le storie, si fanno di fuoco, vista l'urgenza e la portata del dramma. Ed il mare, benchè sia immenso e abbracci il periplo di Lampedusa, rimane per tante vite il luogo in cui il fuoco si spegne, ma per sempre.

Un film che spezza i lacciuoli del pregiudizio e ci accompagna nel cuore di uomini e donne cui il nostro tempo ha fatto conoscere il peggio, in un viaggio lungo e molto doloroso, per gli stanziali e per i migranti.