Patrimonio collettivo, la festa religiosa è il moderno falò intorno al quale la piccola realtà ufitana si stringenella terza settimana di agosto. Manifestazione locale, è inutilecercarla: saranno i fasci di luce delle luminarie e i fuochi d’artificio a indicare la strada a chi è interessato. Evento intimistico da vivere raccolti in famiglia e tra gli amici più cari, il suo successo non è dato dal numero di visitatori ma dall'entusiasmo col quale la comunità da oltre un secolo risponde alle sollecitazioni.“La festa ha sempre il solito sapore, gusto di campane, che non è neanche male”, canta Vasco.

E tanto basta per renderla importante se è quella del tuo paese.Gli ingredienti sono semplici e immutabili come la ricetta della nonna: processioni, concerti bandistici, luminarie, spettacolo pirotecnico e cantante più o meno noto. Quest'anno se ne contanoaddirittura due: Raf e Yuri D'Agostino.

I Santi Patroni

E poco importa cheVinicio Capossela a Calitrisia riuscito a dar vita a un evento nazionalepur non potendo contare sul sostegno delproprio santo patrono.Grottaminarda ne ha adottati addirittura tre: Sant'Antonio da Padova, San Tommaso d'Aquino e San Rocco da Montpellier.La devozione del popolo nei confronti di questi simulacri porta a una sorta di umanizzazione delle effigi e, talvolta, a singolari dimostrazioni d'affetto da studiare nelle facoltàdi antropologia.Capita, infatti, di assistere a offerte in denaro donate direttamente ai santi, ritenuti non solo in grado diintendere e volere ma anche di ascoltare e vedere.

Incoincidenza del loro passaggio nei pressi del palco anchela banda si ferma ad applaudire e quando arriva l'ora dei fuochi d'artificio lo sguardo delle statue viventi non può che essere puntato versoil cielo.Dalla suggestione creata da questi singolari ritisono nate celebri sequenze di capolavori come il “Padrino”, “Il mio viaggio in Italia”, "Don Camillo e Peppone",“Per grazia ricevuta” e“La strada”.

Trasposizioni fedeli del reale, è grazie ai più grandi cineasti italiani che anonime processioni come quelle di Brescello e Bagnoreggio sono entrate nell'immaginario collettivo.

Il Grande Concerto Bandistico

Riportati i santi in chiesa, tutti i fedeli si siedono in una sorta di teatro all'aperto per godere del Grande Concerto Bandistico.

Sempre più in crisi, sono oltre tremila le bande che ancora resistono in Italia. Con le loro trombe, tamburi, violini e violoncelli trasmettono suoni di altre epoche. Eco di lontane stagioni, si rinnovanograziealla passione di eserciti di giovani artisti girovaghi e alle attenzioni di mostri sacri del panorama musicale internazionale come Riccardo Mutiche ha confessato di aver avuto un unico grande sogno da piccolo: dirigere la banda di Molfetta.

Trasmettere la passione per la banda serve anche arecuperare la passione per la festa patronale. Sono i ricordi d’infanzia e la nostalgia che ad essi si lega a rinnovarne l’attesa in chi resta e anche in chi è andato via. “Perché -per dirla con l’inflazionato Pavese- un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via.

Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”. E il mio paese è Grottaminarda con il suo "Festone"e le sue tradizioni.