Sulla Riforma Costituzionale e sulle storture che produrrebbe nel Sistema Paese è già stato detto tutto. Non serve aggiungere altro per convincere gli elettori.

Valenti giuristi e uomini politicicomeZagrebelsky, Casavola, Rodotà, Bersani, D’Alema, De Mita, Gargani, Fini e molti altri big della Prima e Seconda Repubblica sono schierati a difesa della Costituzione Italiana e per il No alla Riforma.

Il dado è tratto. La Santa Alleanza tra cittadini, partiti e mondo accademico si è ricostituita. La Riforma è già inciampata sullo scoglio della democrazia e della rappresentanza.

Le complessità inevitabili della Scienza Politica hanno avuto ragione sulla semplificazione insostenibile della demagogia. L’Italia dei Comuni, l’Italia Repubblicana, l’Italia delle regole e dei valori ha già vinto.

La riscoperta dell'Educazione Politica

Il voto del 4 dicembre sancirà la sconfitta definitiva del partito liquido e la riscoperta dei rapporti umani. A breve tutti gli schieramentistorici avranno il proprio momento di gloria e di entusiasmo. Il Referendum sarà un giorno di santa indignazione e tutti grideranno: “Viva la libertà. Viva la Costituzione”. L’uomo politico ritornerà ad essere patriota e tutti ci riscopriremo conservatori. Sarà Festa Nazionale e dalle urne si invocherà la riscoperta dell’Educazione Politica.

E, badate bene, quando parlo di Educazione Politica non ne faccio una questione solo morale. L’onestà se non sorretta da una solida preparazione presto o tardi è destinata a rivelarsi in tutta la sua inconsistenza: “Quali farfalle andiamo a cercare sotto l’arco di Tito?”.

“Le idee - suggerisce il mio amato Francesco De Sanctis- hanno le ali ma se non sorrette dai fatti diventano zoppe”.

Ecco allora che il Referendum sulla Riforma Costituzionale diventa non un appuntamento elettorale fine a se stesso ma il motore di senso di un progetto più ampio che, per dirla con le parole del Presidente di Primavera Italia, Alessandro Cattaneo, “sappia riappropriarsi della credibilità, della gavetta e della meritocrazia”.

La tradizione Repubblicanaspada e scudo della Costituzione

La nave carica di speranze ha ormai lasciato il porto e rischia di arenarsi solo nel caso in cui il Parlamento, che ora tutti difendiamo, dovesse rimanere estraneo al paese. Il Popolo, ora galvanizzato dall'impeto democratico e dall'importanza delle questioni, di fronte a una nuova delusione si riaddormenterebbe per sempre e per i partiti tradizionali e la tradizione Repubblicana sarebbe davvero la fine.

“Il potere-sostiene l’on. Mario Landolfi- si ribella contro chi non lo esercita”. E il potere appartiene al Popolo Sovrano che lo esercita nei limiti della Costituzione; una Costituzione che rappresenta tutte le sensibilità e che è patrimonio di tutti e bene di ognuno.

Ecco perché, al di là delle piccole o grandi modifiche da votare, è importante che il popolo sovrano legga e conosca la propria Carta. Ed è compito della politica riscoprire la Costituzione per ricollegarla a quei cittadini che la avvertono come lontana ed estranea.

Quindi, come diceva già nel 1877 l’irpino De Sanctis: “Avanti! Perché per me anche il fermarsi è un andare indietro”. Avanti!, quindi, nella riscoperta della Sovranità Popolare, spada e scudo della Costituzione.