L'annuncio ha colto molti di sorpresa: il Nobel 2016 per la letteratura assegnato ad un cantautore. Nella fattispecie, ad un menestrello dei tempi moderni, Bob dylan, che fin dagli anni '60 ha saputo - e sa ancora - toccare il cuore di chi lo ascolta. La motivazione non lascia spazio a troppi commenti: in Dylan, la commissione ha riconosciuto la dote indubbia di essere stato capace di creare una nuova espressione poetica nel linguaggio culturale americano. Molti coloro che si sono detti soddisfatti della scelta, ma - per dovere di cronaca - vanno segnalati anche i molti dissensi, che arrivano ovviamente da un nutrito parco di scrittori, da tutto il mondo, compresi gli States.
Da Welsh a Baricco, un no disarmante
Se pure, ad una prima lettura, il fascino di questa nomina ieri ha suscitato notevoli emozioni, le lamentele non si sono fatte attendere. In Italia, molti hanno sottolineato un immaginario passaggio di testimone: nel giorno in cui se ne andava il giullare Dario Fo (insignito dello stesso premio nel 1997), ecco che il menestrello made in Usa ne raccoglieva l'eredità, rompendo ancora una volta gli schemi classici, che vedono la letteratura come sinonimo di libro.
Anche Dario Fo, a suo tempo, suscitò plausi e dissensi, all'atto dell'assegnazione dell'ambito riconoscimento. Di certo, l'equazione letteratura-libro è dura a morire, e sembra non si voglia lasciare il passo ad altre forme d'arte, che pure possono essere a giusto titolo annoverate come espressioni letterarie.
La pensa così Irvine Welsh, cui fanno eco Alessandro Baricco e Valerio Magrelli: come si fa ad equiparare un libro ed un disco? è la domanda più ricorrente.
Molti i malumori tra gli scrittori Usa, parecchi al palo da diversi anni; ma la letteratura americana pare non sia molto gradita in Svezia: nel 2008, l'allora segretario permanente dell'Accademia - Horace Engdhal - la definiva "provinciale".
Per la serie " perdete ogni speranza, o voi che entrate", molti erano i candidati americani aspiranti al Nobel, da Joyce Carol Oates a Richard Ford, passando per Thomas Pynchon senza dimenticare l'eterno escluso, quel Philiph Roth tanto osannato in patria quanto poco considerato dalla Svezia. In corsa per il premio, tra gli scrittori Usa, anche Don DeLillo, che pure ha ricevuto e riceve consensi ed apprezzamenti mondiali per la sua narrativa ed è considerato ad oggi uno dei migliori autori contemporanei.
Dylan tace
Nessun commento è arrivato dal vincitore. Bon Dylan - da sempre schivo - non ha commentato l'assegnazione nè si è fatto vivo con l'Accademia, che inizia a manifestare qualche timore sulla presenza del cantautore all'atto della consegna dell'onorificenza.