La EFFE si sta caratterizzando come terreno per fiction di qualità: dalla Crime collection di Fred Vargas con il suo commissario Adamsberg, alla serie di 'Delitto e castigo', alle repliche benedette di Wallander che Dio abbia in gloria il recentemente scomparso Henning Mankell. Ora si è da poco conclusa la prima serie di "poldark" la saga in 8 puntate dell'eroe nazionale inglese Ross Poldark interpretato da un convincente Aidon Turner prodotta dalla Mammoth Screen, ma andata in onda sulla Bbc. Chi è Ross? E' il rampollo di una nobile e danarosa schiatta della Cornovaglia che un episodio di contrabbando con aggressione ad un ispettore della dogana trasforma in un galeotto che nel 1781 viene spedito in Virginia come soldato nella spedizione guerresca che i sudditi di Sua Maestà britannica conducono venendone sconfitti contro i ribelli federati delle colonie americane per una storia di diritti sul tè.

Dopo tre anni Ross ritorna in Cornovaglia ma trova il padre Joshua al cimitero e le sue miniere di rame improduttive, i campi incolti ed una casa in rovina.

Ma non solo suo cugino Francis sta per sposarsi con la sua ragazza Elizabeth (la bella attrice islandese Heida Reed). Ross diventa il bracciante di se stesso e senza il becco di un quattrino cerca di trovare la sua fortuna avversato dal ricco banchiere del luogo George Warleggan. La serie girata tra la Cornovaglia e Bristol è un piccolo capolavoro di quel genere che gli inglesi chiamato period drama. I costumi e le ambientazioni sono curatissimi ed i paesaggi della Cornovaglia con quei muretti bassi,i tratturi segnati e quei costoni di terra che sorgono alti sul mare in tempesta fanno parte della bellezza di una terra dove la ricchezza è frutto di ingegno e fatica.

Una bella immagine per l'animo inglese che si è un po' imbarbarito con le recenti spinte autoreferenziali che hanno portato alla Brexit. Forse manca quella classe dirigente del Paese che come Ross Poldark era uscita da una guerra ingiusta con la voglia di riscattarsi.