Le arti plastiche sono il luogo privilegiato della realtà che lo spettacolo offre. I performer compiono in un'azione sentita come propria un gesto universale e continuano a divulgare l'opera. Non diventa una semplice deformazione della realtà, bensì un tassello nella storia come presentazione del testo di cui è intessuta l’opera. La forma artistica diventa la testimonianza della complessità di un soggetto che fa dell’opera una strategia sociale. Il corpo immanente, decontestualizzato, diventa pratica poietica, azione pratica che si distribuisce sugli altri livelli di espressione e di contenuto, come fosse la biologia dell’opera e non dell’artista che la realizza.

La dimensione astrutturale dell’immagine corporea è in commistione all’esistenza desimbolicizzata del senso: una logica della materia che non è solo metafora delle sensazioni naturali ma identificazione della circostanzialità della messa in immagine. L’asimmetria creata racconta un fatto della realtà più semplice. Tale sovversione dell’ordine, porta alla luce una logica che non è destrutturabile. I modi attraverso i quali l’immagine delle arti plastiche gioca con il segno grafico sono declinati nei livelli di attuazione dell’idea dell’artista. Ponendo l’opera al di là dell’opposizione tra soggetto e oggetto, si realizza una combinatoria tra il mondo delle idee artistiche e la vita reale.

Non diventa una semplice deformazione della realtà, bensì un tassello nella storia come presentazione del testo di cui è intessuta l’opera.

I modi attraverso i quali l’immagine delle arti plastiche gioca con il segno grafico sono declinati nei livelli di attuazione dell’idea dell’artista. Ponendo l’opera al di là dell’opposizione tra sa mondo delle idee artistiche e reale. La sovversione dell’ordine, da pratico a formale, porta alla luce una logica che non è destrutturabile.

Nel teatro l'immanente, decontestualizzato, diventa pratica poetica, azione pratica che si distribuisce sugli altri livelli di espressione e di contenuto, come fosse la biologia dell’opera e non dell’artista che la realizza. L’asimmetria creata racconta un fatto della realtà più semplice. A delineare la funzione sociale della generazione e della storia dell’opera d’arte non è soltanto la sua struttura come dimensione di un punto nel tempo della storia, bensì un insieme di circostanze e di funzioni che dall’azione dell’artista arrivano a essere simulacri di sensi intessuti nella logica.