“L’artista mediocre copia, il genio ruba!” è una frase attribuita a Pablo Picasso, ma a noi molto più modestamente nota perché pronunciata da Diego Lopez - della serie Boris - quando rivolgendosi al regista René Ferretti gli suggerisce di copiare spudoratamente una serie americana.
Probabilmente di questa massima del mondo dello spettacolo non si sono avveduti salmo e rovazzi. Il primo ha infatti duramente accusato su twitter il secondo di plagio per il video del nuovo singolo “Tutto molto interessante”, che a suo dire sarebbe stato identico – nella prima parte – a quello di Mr.
Thunder del rapper di Olbia.
Sotto accusa è finita in particolare la prima parte del video in cui il suo produttore discografico – nel video Fabio De Luigi – informa Rovazzi che qualora non avesse replicato il successo di Andiamo a comandare, lui sarebbe stato di proprietà della casa discografica per vent’anni.
Il tweet incriminato
Alla vista del video Salmo ha twittato “La parte iniziale del nuovo video di Fabio Rovazzi è una copia spudorata di Mr Thunder. Potete fare 100 milioni di click o 200 dischi 'diamante' ma la vostra originalità è sempre pari a 0! Continuate a fumarvi sto c***o". Tocco di classe.
Peccato che Rovazzi abbia risposto con la controaccusa di plagio, perpetrato questa volta da parte di Salmo nei confronti della canzone “Still waiting” dei Sum 41, che inizierebbe con la stessa tipologia di discussione tra artista e produttore.
Insomma una diatriba a puntate e con successivi 'interventori' che rivendicavano a loro volta la paternità di opere poi successivamente copiate. Tra questi segnaliamo Francesco Facchinetti (ex Dj Francesco) che ha lamentato – scherzando - l’ennesimo plagio: quello da parte della casa produttrice di Pirati dei Caraibi, che avrebbe utilizzato come spunto la sua Canzone del capitano.
Confine comunque labile quello tra plagio ed ispirazione, specie in un contesto come quello dell’hip hop in cui cliché quali chiacchierate con produttori discografici vecchio stampo, sederi in bella vista e cadillac sono abbastanza costanti (come ha fatto notare Rovazzi).
Quello che sembra piuttosto trasparire come presupposto delle parole di Salmo sembra legato alla mancanza di riconoscimento del lavoro di Rovazzi come rapper e della sua taratura d’artista, legato come sarebbe al mondo dei tormentoni estivi, quale il suo ultimo singolo di fatto è.
Un mondo di doppioni. D’altro canto non si può non notare come l’originalità non sia un pregio né dell’uno né dell’altro, e se questa potrebbe essere più comprensibile in Rovazzi giovane emergente, in Salmo – artista navigato – questa mancanza potrebbe saltare all’occhio.
D’altronde nelle sonorità di Salmo, che ha fatto del cross-over all’italiana marchio di fabbrica del suo ultimo album, non si può trascurare come l’unica vera novità rispetto allo status quo internazionale sia quella della lingua italiana, visto che come ha avuto modo lui di dichiarare sul palco del Metarock a Pisa “il rap con gli strumenti già all’estero lo fanno”.