È di poche ore fa, la notizia che nessun palermitano avrebbe voluto apprendere: è stata fatta un' offerta all'asta per la vendita del noto ritratto di Franca Florio di Giovanni Boldini, celeberrimo esponente della Bella Époque.

Il caso

Il celebre ritratto di donna Franca Florio, in stile Liberty, è stato realizzato dal Boldini in tre diverse versioni, una sovrapposta all'altra. L'ultima, purtroppo,verrà battuta all'asta il 30 aprile, per la esorbitante cifra di € 750.000.

La casa d'aste Bonino, ha comunicato ufficialmente che è stata avanzata un'offerta e che, quindi, l'opera sarà sicuramente aggiudicata al richiedente.

L'asta precedente, che partiva da un valore di 1 milione di euro, non era partita perché senza nessuna avanzata.

La vendita del dipinto, sembrerebbe rappresentare la chiusura conclusiva di una disputa storico-culturale: pare, infatti, che il Boldini avesse prodotto tre versioni del dipinto raffigurante la moglie perché il marito, Ignazio Florio, non gradì le versioni precedenti in quanto, secondo lui, vedevano la moglie riprodotta in pose sconvenienti.

A seguito delle modifiche, che al Boldini non vennero neanche pagate, l'artista fu costretto a coprire le parti del corpo che erano nude e le caviglie, precedentemente scoperte, furono coperte da un vestito nero traforato.

Questa seconda versione, "rivisitata", fu esposta alla Biennale di Venezia del 1903.

Comparve successivamente una terza versione nel 1928 che, oggi, è messa all'asta dopo il fallimento della Società "Acqua Marcia" di Francesco Caltagirone, proprietaria dell'opera.

Per questo accavallarsi di opere, fu effettuata un'indagine tecnica sul dipinto, da parte di Maria Letizia Paoletti, restauratore e critico d'arte, che afferma che il dipinto più recente è frutto di una sovrapposizione e non è ex-novo.

Quest'ultima opera, sarà venduta il 30 aprile e, questa notizia, ha scatenato l'ira di molti artisti palermitani che si battono perché l'opera rimanga nella sua terra d'origine: Palermo.

La voce di Maurizio Lucchese

Contributo importantissimo è quello di Maurizio Lucchese, noto artista palermitano, in collaborazione con Valentia Gueci, i quali si stanno Prodi bando, attraverso appelli alle Istituzioni, per chiedere che il dipinto torni a Palermo e che venga esposto a Villa Igiea, luogo nel quale è stata da sempre esposta, oppure presso il bellissimo Villino Florio, antica tenuta appartenente alla famiglia nobiliare palermitana.

L'acceso dibattito sulla vendita del dipinto ha scatenato il disappunto di molti altri artisti che non vogliono assolutamente perdere una delle opere che maggiormente rappresentano la città e che hanno dato vita a manifestazioni importanti come la nota Targa Florio, kermesse automobilistica palermitana che coinvolge appassionati ed esperti di automobilismo e che, ogni anno, attira migliaia di curiosi da tutto il mondo.

Perdere un simbolo della città, per Lucchese e per tutti gli artisti che sono linea col suo pensiero, significherebbe perdere un pezzo importante della nostra identità e questo rappresenterebbe per Palermo, un vuoto culturale e storico incolmabile.