Sono ormai trascorsi due mesi dalla morte di Chester Bennington, leader della band statunitense dei “Linkin Park” e nonostante il tempo trascorra impietoso, i suoi fan continuano a manifestare ogni giorno il dispiacere e la rassegnazione dovuti alla tragedia da poco avvenuta. I motivi del suicidio non potranno mai essere chiari, nonostante si sia parlato di depressione dovuta ad atti di bullismo adolescenziale e ad abusi ricevuti nella più tenera età. Una morte che ha lasciato un amaro indigeribile nelle bocche di tutto il mondo e ragione di stupore negli amici che, riletti gli ultimi sereni messaggi del cantante, non si sarebbero mai aspettati un gesto simile.Tuttavia, la più incredula di tutti a questo atto di folle protesta sembra essere la moglie che recentemente ha postato su twitter un video a 36 ore dalla morte del marito dove gli atteggiamenti del cantante non fanno presumere niente di sinistro ma ci regalano un’ultima immagine di “Chaz” sorridente e scherzoso insieme al figlio e ad alcuni amici.

Ed è così che la moglie lancia la campagna di prevenzione al suicidio #FuckDepression, mettendo in guardia tutti dal volto sconosciuto ed insospettabile di una persona prossima al suicidio: “Il mio prossimo tweet è il tweet più personale che abbia mai fatto. Lo faccio per mostrare che la depressione non ha un volto o un’unica modalità".Già a pochi giorni della morte, la moglie Talinda postava foto delle vacanze da poco tempo trascorse affermando: “I pensieri di suicidio erano lì, ma non lo puoi mai sapere“.Tutto ciò che la moglie chiede è un piccolo contributo alla “One More Light Fund” su musicforrelief.org, portale di beneficenza fondato dai Linkin Park nel 2005 ma che oggi si occupa di raccogliere anche le offerte per i progetti di sostegno in memoria del cantante.

Anche l’Italia, nel suo piccolo, si è dimostrata attiva con la campagna di crowdfunding su MusicRaiser scaduta il 6 settembre. È riuscita a raccogliere ben 24mila euro, la metà dei quali sarà donata alle ONLUS da sempre attive per la prevenzione al suicidio mentre l’altra metà sarà devoluta all'organizzazione di memoriali degni di tutto ciò che Chester ha cantato per i suoi fan.

Il collegamento con la morte di un altro grande artista, Chris Cornell

Molte persone vedono in tutto ciò un collegamento con il suicidio di Chris Cornell, suo amico, il cui decesso è datato a soli pochi mesi prima. Potrebbe non essere un caso che l'artista statunitense abbia scelto proprio il giorno del compleanno dell'amico per rivelarne il loro forte legame, e così coinciderebbero diversi tasselli.Uno di questi è che l'amicizia profonda dei due musicisti era stata già esternata nella dedica allo stesso Chris da parte di Chester della canzone che dá un nome alla stessa fondazione "One more light" (ovvero "un'altra luce").Così ci viene detto a cuore aperto: "Chi se ne importa se un'altra luce si spegne in un cielo di milioni di stelle?

Chi se ne importa se il tempo di qualcuno è giunto alla fine se un momento è tutto ciò che siamo? Beh, a me importa". L'ennesima sofferenza celata nell'animo di Chester e riscontrabile solo nella trasparenza energica dei suoi testi, ma che lascia intendere che metteva tutto sé stesso in ciò che faceva, cercando di salvare almeno i suoi fedeli sostenitori.