In programma per il primo Febbraio al Museo delle Culture (MUDEC) di Milano la mostra frida kahlo - Oltre il mito.

Anche il ritrovato "Nina con Collar"

Il progetto affidato al curatore e storico dell'Arte Diego Sileo (Milano, 1977) è il frutto di una pluriennale attività di ricerca il cui scopo è stato quello di dare nuovi chiavi interpretative dell'artista messicana, evitando, si legge sul sito del Museo delle Culture "interpretazioni sistematiche o letture biografiche troppo comode". Maggiore attenzione sarà invece riservata ai lati ancora misteriosi dell'artista, nel tentativo di aprire un varco verso temi ancora non del tutto esplorati: la Kahlo donna, il legame con la terra o, particolarmente, "la messicanità".

Diversi a tal scopo i materiali d'archivio recuperati, tra cui quelli dell'archivio ritrovato nella casa Azul - Azzurra abitazione dell'artista, oggi museo frida Kahlo, nel sobborgo di Coyoacan - o dall'archivio di Isolda P. Kahlo, nipote dell'artista, oggi direttrice della "The Frida Kahlo Corporation". A cui si aggiungono i quadri veri e propri, tra cui il famoso "Autoritratto con Scimmia" proveniente dal museo di Buffalo di cui è una delle principali attrazioni e il mai esposto "Nina con collar" del 1929, ritrovato solo recentemente e ritenuto per molto tempo scomparso. Parallelo alla mostra sarà poi in programma un ciclo di conferenze a tema, tra cui quelle della biografa Hayden Herrera, scrittrice de "l'anima di Frida" o i "frammenti di storia moderna messicana" della professoressa Benzoni della Statale di Milano e programmato per fine Maggio.

La chiusura della mostra ( biglietti disponibili sul sito nella formula datata e "open") è fissata per il 6 Giugno.

Un'icona pop

Un'occasione unica, quella della mostra milanese, per ripercorre tout court l'interiorità dell'artista superando e integrando al contempo le categorizzazioni in cui spesso la pop-culture ne ha circoscritto il personaggio.

A partire da quella di artista del "femminismo" per il legame con l'uso naturale e introspettivo del proprio corpo in pittura, con i numerosissimi autoritratti e la sua dichiarata bisessualità. Passando per quella di artista dissidente per cui nota è la sua vicinanza al partito comunista e al rivoluzionario Lev Trotsky, rifiugiatosi in Messico a seguito della persecuzione Stalinista che avrebbe avuto con l'artista una relazione.

Fino alla definizione di "artista disabile" in relazione alla malattia congenita di cui soffriva, la spina bifida e al terribile incidente tramviario, quando ancora studentessa di medicina la costrinse ad atroci sofferenze - che l'accompagneranno sempre - e a interminabili ore solitarie. Le stesse in cui emergerà intimo il bisogno di espressione, amplificato dal dolore umano ancorché fisico e in cui la donna traccerà i primi segni di uno stile iconico che la renderanno una delle più influenti personalità artistiche del '900.

Anche a Bari nelle foto di Leo Matiz

Accanto a quella milanese e prorogata fino al 18 Febbraio, la mostra fotografica "Frida Kahlo nella Casa Azul" del museo civico di Bari.

Una collezione di 50 scatti del fotografo colombiano che ritraggono la pittrice negli anni dal '41 al '43 e che restituiscono un ritratto multiforme della donna spesso accanto all'amato Diego Rivera. Lo stesso uomo che fu motivo di immenso amore e di dolore per una presunta relazione con la sorella e sulla quale la Khalo ebbe a dire in una delle sue molte citazioni celebri: "Ho subito due gravi incidenti nella mia vita… il primo è stato quando un tram mi ha travolto e il secondo è stato Diego Rivera".