Ricordavamo la sua firma, con quel nome un po' particolare, sul Cormez. Oggi la 37enne scrittrice napoletana, Fuani Marino, tenta la strada della narrativa, e con "Il panorama alle sue spalle (pagg. 108, euro 12; Scatole parlanti)" lascia il segno. Che storia è questa della Marino? Un microcosmo partenopeo ci riporta in una Posillipo stilizzata in una forma vitale di esclusione dalle altre realtà della Città. Al centro la genia degli Schisa: papà cardiologo di fama, mamma discendente di una schiatta americana. Tre figli: Diletta, quella giusta ed ortodossa; Diletta, la creativa figlia di Papà; Leo, quello che avrebbe - ed ha seguito - l'eredità professionale del padre.
In questo fortino ben costruito però s'insinua la piccolo-borghese architetto Sara, donna nova, che riesce a sposare Leo ed ad intronizzarsi nel Bunker Schisa. La narrazione inizia proprio dal matrimonio Sara-Leo con Diletta, la sorella di lui, contrariata da quest'unione, lei che ha un marito che non è stato capace di darle un figlio. Sembrerebbe un ritratto di un microcosmo familiare che abbiamo letto tante volte e che da De Roberto si ripete rinfrescato dai nuovi usi tratti dalla contemporaneità, ma non è così.
L'autrice viviseziona vite e manie
Ed invece ci sono due novità: la lingua della Marino e la sua capacità di essere entomologa dei sentimenti dei componenti dell'innaturale consorzio familiare.
L'autrice infatti viviseziona la vita, le ansie, i caratteri e le carriere dei familiari Schisa, mostrando la perfezione formale di Adele, l'incapacità di vivere di Diletta e la paura di essere madre di Sara. E mentre si chiariscono antefatti, quotidianità, incapacità di essere nel tempo e di percepirlo di alcuni tra loro, si giunge al momento in cui tutto poteva cambiare: quella lettera d'amore di Sara all'amica Diletta.
Da quel rifiuto scaturiranno una Diletta psicolabile ed una Sara piena di rabbia che la porterà ad un'incidente stradale. Il finale dopo 25 anni ricomporrà il tutto? Lo lasciamo al lettore. Intanto la Marino si scopre narratrice degli interstizi dell'anima assente dei protagonisti Schisa. La lingua precisa e tagliente - ma rivelatrice - esce vincitrice di menages che lasciano il lettore con la sensazione di vuoto e di asfissia. Non c'è traccia di vita per la dinastia degli Schisa: le due Napoli troveranno un contatto leggero nel punto di massimo dolore esposto?