Ma il Teatro è davvero necessario? Dal momento che il cinema riesce a proporre effetti speciali sempre più stupefacenti, perché decidere di andare a teatro?

Jerzy Grotowski afferma: “Se il teatro non può essere più ricco del cinema, che sia allora più povero. Se non può essere prodigo come la televisione, che sia allora più ascetico. Se non può costruire un’attrazione sul piano tecnico, che rinunci a qualsiasi tecnica esterna e rimanga allora un attore santo in un teatro povero”. Che sia allora un “teatro da camera”, semplice ed intimo; che non sia frutto di una consapevolezza, ma che generi questa stessa.

La rinascita del teatro

Il teatro è un incontro molteplice. Esso nasce come contatto tra la personalità del regista e quella dell’attore, per sfociare in un matrimonio tra l’anima dell’attore e quella dello spettatore. La partecipazione emotiva dello spettatore è uno dei punti di forza della rappresentazione teatrale.

Perciò è evidente come, in un contesto di crisi profonda, sia necessario che il teatro sopravviva e si rinnovi a partire proprio da quelle esperienze che nessuno schermo è in grado di regalare.

Da questa nuova consapevolezza Jerzy Grotowski fonda ad Opole, nel 1959, il “Teatr Laboratorium”. I due concetti alla base del progetto sono: l’essenzialità e il ritorno alle origini. Lo scopo è quello di riappropriarsi dell’autenticità e dell’istinto degli uomini primitivi.

Lo spettatore

Questo nuovo modo di intendere il teatro non è sicuramente alla portata di tutti. Lo spettatore ricercato da Grotowski è colui che nutre autentiche esigenze spirituali ed è disposto ad auto-analizzarsi attraverso un confronto diretto con la rappresentazione.

Viene eliminata ogni forma di dicotomia palcoscenico-sala, creando una nuda situazione da laboratorio.

Ogni rappresentazione è caratterizzata da una diversa sistemazione fisica degli attori e degli spettatori. Le soluzioni del rapporto attore-pubblico sono infinite. Lo spettatore è parte integrante di quanto accade in scena.

L'attore

Il teatro povero non è alla portata di qualsiasi attore, ma solo ed esclusivamente di colui che vive il personaggio come un trampolino.

Qualsiasi personaggio rappresenta un'occasione per studiare ciò che è nascosto dietro la propria maschera. La bravura dell'attore sta nell'offrire in sacrificio la propria intimità.Caratteristica essenziale di chi si aspira ad entrare tra le file degli allievi del regista polacco: l’umiltà,intesa come una predisposizione spirituale.

Nel periodo di ricerca l’attore è interamente dedito ad essa. In questo lasso di tempo idee private e divertimento non trovano alcuno spazio. La mancanza di una rigida osservanza delle regole priva la partitura dell’attore delle sue motivazioni e della sua “radiosità” psichica.

Grotowski studia anche una grande quantità di esercizi fisici, che compongono il “training dell’attore”.

Infatti vincendo gli ostacoli fisici, si prende consapevolezza del proprio corpo.

Il regista

Il regista all’interno del teatro laboratorio cresce ogni attore in modo diverso, con l’intento di eliminare le resistenze psichiche del suo organismo. Assiste ogni allievo nel percorso di annullamento di ogni intervallo di tempo tra impulsi interiori e reazioni esteriori. Perciò il regista autoritario in cerca di successo è caldamente invitato a non prendere parte a questo progetto.