Immaginate di salire sulla macchina del tempo. Che sia la DeLorean di Marty McFly o la cabina della polizia inglese del Doctor Who poco importa. Settate l’anno di destinazione 1962, cioè quando i Beatles spadroneggiavano al mitico “Cavern Club” di Liverpool. Ora mettetevi a vostro agio e attendete che si apra il sipario, ma prestate attenzione perché ciò che vedrete sul palco potrebbe crearvi un turbamento spazio-temporale.

Come gli originali

La magia ha un nome preciso e si chiama “The Beatbox”. Parliamo di quella che ormai è ritenuta la migliore tribute band europea della musica dei Fab Four.

Assistere a un concerto di questi quattro musicisti (i due ex New Trolls Mauro Sposito e Alfio Vitanza rispettivamente alla chitarra nella parte di John Lennon e alla batteria in quella di Ringo Starr, più il mimetico Riccardo Bagnoli al basso mancino, provetta reincarnazione del giovane Paul McCartney, e Guido Cinelli all’altra chitarra, impeccabile nel ruolo di George Harrison) ha un che di sacrale e ineffabile insieme. Il loro show, che nasce in modo abbastanza casuale nel 2010, ripercorre in maniera del tutto rigorosa e cronologica la carriera dei beatles, partendo appunto dalle prime esibizioni al Cavern Club fino all’esecuzione live di tutto il repertorio successivo al 1966, quando i concerti dal vivo s’interruppero definitivamente.

Ogni aspetto è curato nel minimo dettaglio, in una prospettiva di rilancio filologico dell’impatto musical-visivo originale. Lo spettacolo inizia e Twist and Shout, She Loves You, Help, Love Me Do e tutti gli altri grandi successi della prima parte di carriera risuonano con le timbriche degli strumenti dell’epoca, e con gli stessi identici impasti vocali, allo scopo di garantire la massima fedeltà possibile.

Ma, come se non bastasse, anche i costumi sono esattamente quelli storici, cominciando dalle semplici giacche e cravatte nere iniziali, per passare a quelle indossate nel leggendario concerto americano allo Shea Stadium e concludere con le vestizioni floreali e psichedeliche degli ultimi anni. Completa il quadro un make-up adeguato più la clonazione delle mossette, degli inchini, e perfino degli ammiccamenti al pubblico originali.

Oltre ovviamente ai dialoghi con la platea mantenuti tenacemente in inglese.

Live anche il repertorio da studio

Nella seconda parte dello show il gruppo si serve di una strumentazione più contaminata (fa bella mostra di sé una modernissima e variegata pedaliera), del supporto di un eccellente tastierista e di qualche suono preregistrato inserito ad hoc: la sfida (stravinta) è infatti quella di riproporre dal vivo brani ben più elaborati di quelli degli esordi, frutto non solo di una maggiore profondità compositiva ma anche di elaborate tessiture strumentali e di un’avanguardistica produzione in sala d’incisione sotto l’egida esperta del quinto beatle George Martin. Ed ecco che Strawberry Fields Forever, Lucy in The Sky with Diamond e While my Guitar Gently Weeps riacquistano finalmente una fedelissima e impressionante dimensione live, come i Beatles stessi avrebbero probabilmente solo fantasticato, soffocati tra i limiti tecnici dell’epoca e uno stuolo garrulo di ragazzine possedute.

Un'occasione imperdibile per chi non c'era

Il sentimento da provare alla fine di una rappresentazione del genere non può che essere la gratitudine. La ricaduta culturale e commerciale, è infatti facilmente prevedibile: come qualsiasi altro repertorio, quale che sia l’epoca, anche la musica dei Beatles è stata concepita per essere suonata. Avere la possibilità oggi di ascoltarla da un palco esattamente com'era stata pensata, con la stessa identica foggia, permette alle nuove generazioni di perpetrarne la portata e il ricordo, favorendo una migliore comprensione di ciò che era la cultura e il mondo di quegli anni. Una cultura che non si preoccupava di seguire gaglioffamente la moda, ma che sapeva trasformarsi, nel suo essere esclusiva, essa stessa in moda, promulgando simulacri artistici destinati a farsi eterni.

Prossimi concerti:

2 aprile: Piazza Sulis, Alghero, Italia

15 aprile: Costa Crociere, Aqabat Al Rahayba, Oman

20 aprile: Costa Crociere, Katakolo, Grecia

22 aprile: Costa Crociere, Venezia, Italia

24 aprile: Teatro Caniglia, Sulmona, Italia

28 aprile: La salle culturel de Montegnée, Saint-Nicolas, Belgio

19 maggio: Whairtscft, Dornbirn, Austria

29 settembre: Kongresshaus CTS, Biel/Bienne, Svizzera