È uscito il 22 febbraio in 264 sale italiane con un box office che ha raggiunto in una settimana l’incasso complessivo di 760.000 euro Sconnessi, film d’esordio del regista Christian Marazziti. Veste i panni di un compassato professore che porta in montagna la sua famiglia allargata per ritrovare le cose semplici Fabrizio Bentivoglio. Tutti, telefono alla mano, sono presi dalle loro vite sul web, ma l’improvviso offline che interrompe ogni linea intorno allo chalet trasforma la vacanza sulla neve in un’inaspettata serie di confronti vis-à-vis.

Ci sono Carolina Crescentini che fa la compagna incinta e un po’ borgatara seguita dal fratello bonaccione Ricky Memphis, la governante iper efficiente e responsabile della magione, interpretata da una Antonia Liskova molto brava a punteggiare di varie sfaccettature il suo character.

E poi ci sono i due figli del bistrattato capofamiglia Bentivoglio, presi dalle rispettive storie sentimentali. Si punta a una coralità da interiors simile a quella di Compagni di scuola di Verdone. L’idea di sperimentare le reazioni di una famiglia affettivamente un po’ sconnessa davanti a una vera sconnessione da internet è un incipit che fa riflettere sulla nomofobia. Nessun latinismo per questo termine che definisce piuttosto bene la mania di punta del nostro tempo. No-Mobile-Fobia ha origini anglofone, significa paura dell’assenza di smartphone. Dipendenza da connessione H24 insomma.

Stefano Fresi il mattatore

Segnale, email e social vari si sono attorcigliati intorno alle nostre vite, così il dramma dell’assenza di linea può scatenare anche tourbillon drammatici.

O di comicità. Ousider travolgente è Stefano Fresi, nei panni dell’altro fratello di Memphis e Crescentini, un omone piombato in casa a sorpresa che con la sua instabilità mentale metterà a ferro e fuoco ogni singolo ospite per la resa dei conti finale. Con Fresi si ride sempre bene, ultimamente le sue comparizioni sono promesse da mattatore mantenute.

Il suo carattere da commediante di razza è il valore aggiunto a un film che soffre un po’ per la direzione acerba. Una commedia così tecnicamente complessa e densa di personaggi forse era una prova troppo avanzata e ambiziosa per un regista all'esordio, Un po’ anche per la scrittura, che si tiene sempre a distanza di sicurezza da svolte troppo drammatiche.

Commedia all'italiana online

Seppur orientata all'online, il timbro dolceamaro della commedia italiana resta chiaro e il film è godibile perché anche se non graffia forte come i Risi e i Monicelli del passato, o i più recenti Virzì, racconta comunque una storia che alterna risata a riflessione in un passabile mix d’intrattenimento. L’effetto di claustrofobia da relazioni umane contro l’assenza della tecnologia genera anche un inatteso effetto voyeur del quale si rende protagonista Giula Elettra Gorietti. Nei panni, anzi nelle vestagliette della fidanzata del figlio di Bentivoglio fa una ragazza vegana e fuori dai social, che però non la racconta del tutto giusta. Una buona attrice con il difetto di avere un corpo che arriva sempre prima della sua interpretazione.

Qui scollacciata all’eccesso, forse coprirla di più avrebbe aiutato a percepirne anche il talento. Ne scaturiscono alcune situazioni scollacciate più e meno divertenti intorno alla ninfetta (ricordano lo stile Barbara Bouchet in L’anatra all’arancia) che aggiungono pepe a questa commedia multistrato che è Sconnessi.