Pronto sugli scaffali delle librerie un romanzo che porta le lancette del tempo parecchio indietro; fra le sue pagine, Emma Pomilio presenta la sua ultima fatica letteraria intitolata “I Tarquini. La dinastia segreta” (Mondadori, pagg. 428), il libro è uscito in data 11 giugno 2019. La scrittrice nata ad Avezzano, negli Abruzzi, porta sotto lo sguardo dei suoi fan uno scritto che armonizza al cento per cento con tutta la sua produzione. Infatti, il libro in questione fa parte della sua scrittura caratterizzata dal modulo del romanzo storico: in particolare quello di ambientazione romana e che segnò tanta cinematografia degli anni cinquanta e sessanta.

Incipit del romanzo

Intanto vale la pena segnalare la bella copertina che, pur lineare nella sua proposta, presenta una tipica moneta dell'epoca nel suo cerchio metallizzato – mostra un profilo visto chissà quante volte in tante immagini, ma che pare rinnovarsi di volta in volta – e posata su un profondo pezzo di cielo di tessuto blu artisticamente arrangiato. Ad attirare l’attenzione del lettore, come incipit di benvenuto, vi è un evento: una gara di cavalli. Per gli spettatori che sei secoli prima di Cristo abitavano e frequentavano Tarquinia e la sua storia in evoluzione, la gara poteva essere solo occasione di distrazione e momento più o meno ludico; non così per i partecipanti in prima persona.

E specialmente per due di essi: Lucumine e Murinas.

Evoluzione della trama

I due pretendenti al primo posto di vincitore non erano di pari grado. Potevano agevolmente rappresentare, nell’alveo dell’umanità dell’epoca – ma, con altre definizioni, anche in questo terzo millennio – l’ultra liso costrutto di ‘sacro e profano’. Insomma, al primo termine del binomio citato si potrebbe associare Murinas (professione, principe); al secondo, va da se, Lucumine (professione, mercante).

Tuttavia e a dispetto del ruolo sociale che i due rivestivano nel consorzio urbano di Tarquinia, la sorte arriderà al secondo. E non era solo una mera questione di titolo di pregio, quello del vincitore: vi era in gioco molto più di un essere arrivato prima in un agone frequentato da nitriti di quadrupedi, sudore di cavalieri e pubblico incitante.

Il fatto era che il popolano Lucumone si era invaghito della bella Tanaquil – che vantava un curriculum di spessore e caratterizzato dall’essere capace indovina, abile nell’interpretazione del linguaggio degli dei e, ahimè per il Lucumone mercante, anche di stirpe nobile. Fatto, quest’ultimo, che aveva permesso alla sua figura di guadagnarsi una promessa di matrimonio con il principe Murinas. Ma Lucumone è tanto modesto di estrazione quanto ricco di ambizione e capacità di osare. Quindi, il primo posto in quanto vincitore della gara, gli permetterà di trovare l’escamotage per entrare nelle grazie dell’affascinante indovina.