La 74esima edizione del Premio Strega si svolgerà come di consueto il primo giovedì di luglio. La tradizionale cerimonia, che dal 1953 ha luogo al Ninfeo di Villa Giulia a Roma, sarà in diretta televisiva dalle 23 su Rai 3 e disponibile, insieme allo speciale già presente, sul portale web Rai Cultura e su Rai Play. Condurrà la serata il giornalista, scrittore, presentatore televisivo e radiofonico Giorgio Zanchini, l’ospite speciale sarà Corrado Augias. La serata sarà per la terza volta sponsorizzata da Bper banca che consegnerà ai sei finalisti una scultura realizzata dall’artista vincitore tra tutte le Accademie di Belle Arti in Italia.
Il tutto sarà disposto e realizzato tenendo conto del distanziamento sociale per il coronavirus quindi saranno decisamente limitati gli invitati.
Come vengono selezionate le opere
Il concorso letterario che dal 1986 è organizzato e gestito dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, attraverso il comitato direttivo del Premio, ha selezionato il 12 marzo i 12 autori partecipanti tra 54 ammessi. I sei finalisti sono stati scelti il 9 giugno dalla giuria denominata “Amici della Domenica” (una volta era il giorno deputato alle riunioni) formata originariamente da centosettanta membri e oggi da 400 uomini e donne di cultura ai quali si aggiungono altri duecento, sia italiani che stranieri. Dal 18 maggio sono alle prese con l’elezione del vincitore dell’ambìto riconoscimento che verrà proclamato il 2 luglio.
Si aggiudicherà il Premio Strega 2020 uno degli scrittori delle opere di narrativa in lingua italiana pubblicate tra il primo marzo dell’anno precedente e il 28 febbraio di quello in corso.
Gli autori finalisti
Non è la prima volta che i finalisti al più famoso premio letterario del Paese siano sei anziché cinque. Come riportato dal sito ufficiale del concorso, era accaduto per un ex aequo al quinto posto della prima votazione nel 1953, 1960, 1961, 1963, 1979, 1986 e 1999.
Jonathan Bazzi è stato ripescato come previsto dalla clausola di salvaguardia del 2015 con “Febbre” di Fandango Libri, ha già vinto il Bagutta Giovani e la sua opera diverrà un film. Dedica il libro ai bambini in difficoltà, la storia ha molti tratti in comune con la sua vita da trentacinquenne cresciuto a Rozzano. Febbre perché è il primo sintomo di una malattia che spaventa ed emargina ovvero l’Aids.
I temi della paura e del sospetto di contagio di chi ci circonda sono casualmente attuali per la situazione coronavirus, ma le analogie terminano qui. Gianrico Carofiglio, nella rosa dei cinque già nel 2012 con “Il Silenzio dell’Onda” (Rizzoli), è in concorso con “La misura del tempo” edito da Einaudi, casa editrice che ha spadroneggiato negli ultimi anni. Carofiglio, sempre molto affezionato ai suoi personaggi, incentra anche questo giallo sull’avvocato penalista Guido Guerrieri come in altri sei romanzi precedenti. Il suo vuole essere uno scritto sulle difficoltà di giudicare sia in tribunale che nella vita. Gian Arturo Ferrari porta “Ragazzo italiano” di Feltrinelli (che torna al premio dopo molto tempo).
Lo scrittore tratta il dopoguerra e la ricostruzione a Milano attraverso la scuola pubblica italiana. L’autore, ex numero uno di Mondadori, è per la prima volta in gara dopo svariate edizioni passate “dall’altra parte della barricata”. Daniele Mencarelli, già vincitore del Premio - istituito nel 2014 - Strega Giovani (proclamato dal presidente della camera dei deputati Roberto Fico a Montecitorio) gareggia per Mondadori con “Tutto chiede salvezza”. Malattie psichiatriche, t.s.o., l’amicizia a vent’anni, la voglia di libertà e quella di superare le difficoltà insieme. Tutto si svolge in una caldissima settimana estiva del 1994 dove il personaggio principale - suo omonimo - sarà sottoposto al trattamento sanitario obbligatorio.
Valeria Parrella, collaboratrice sia di “Grazia” che di “Repubblica” (pari merito con Carofiglio) scrive “Almarina” (Einaudi) ed è l’unica donna finalista. Lei stessa, riguardo al fatto di esser l’unica finalista femmina, ha dichiarato: “mi sconcerta e secondo me non dice molto in realtà della verità della letteratura italiana che in questo momento ha una fioritura di scrittura femminile che racconta molto del presente”, aggiunge: “credo sia una sestina molto sproporzionata... e che il premio stia raccontando un presente di patriarcato e maschilista”. La protagonista è una ragazza minorenne che arriva in Italia dai Balcani e delinque fino ad essere incarcerata ma sarà proprio rinchiusa che incontrerà la libertà.
Sandro Veronesi presenta “Il colibrì” (La nave di Teseo), aveva già vinto nel 2006 con “Caos Calmo” (Bompiani) e partecipato in altri anni. È il favorito con più di duecento voti ed il suo racconto sul cambiamento, e sull’assenza dello stesso, è stato eletto Libro del 2019 dal supplemento “La Lettura” del Corriere della Sera.
Perché si chiama Premio Strega
Maria Bellonci ideò il premio per contribuire alla rinascita culturale di un Paese distrutto dalla guerra. Il Premio Strega venne annunciato il 17 febbraio 1947 e visto che era sponsorizzato da Guido Alberti, gli venne dato il nome del liquore prodotto dall’azienda di famiglia. La ricetta di quello che “al primo sorso affascina ed al secondo strega” resta segreta ancora oggi. Giunto alla LXXVI edizione resta il più desiderato Premio letterario dagli scrittori italiani.