Il giorno 1 agosto arriva negli store la nuova fatica letteraria del romanziere bolognese Mimmo Parisi. Il libro si chiama “Nemmeno il tempo di un abbraccio” (PlanetEdizioni, pag. 235). L’autore si approccia al mondo della letteratura frequentando un territorio artistico per certi versi contiguo alla pagina scritta. Infatti proviene dal cantautorato. Fra i suoi Libri più popolari si ricordano “Sono tornati i Braccialetti rossi” (2017), “Il figlio del drago” (2018), “La stella di Geq” (2019), “Ti voglio bene come nei film” (2019). Ha partecipato a diversi premi letterari, vincendo con “In nome del rock italiano”, il premio ILMIOLIBRonline2017.
La Covid-19 e il romanzo
Il plot di questo libro segue in linea retta gli eventi legati alla manifestazione del coronavirus. Da quel venerdì 21 febbraio, quando le prime pagine dei quotidiani riportano il primo caso italiano, tutto cambia. È una notizia che nessuno avrebbe voluto leggere e che ha messo in moto una serie di emozioni di difficile contenimento. Esattamente ciò che accade ai personaggi della narrazione presentata dall’autore emiliano che, per quanto nati e limitati all’interno delle pagine dello scritto, mostrano sentimenti che somigliano troppo a quelli delle tante persone rimaste bloccate nelle loro abitazioni. Insomma, il pensiero va subito al primo contagio di Codogno. Quindi, in un crescendo drammatico, all’epidemia e alla pandemia finale tuttora in corso.
Trama del libro 'Nemmeno il tempo di un abbraccio'
Nico è un sedicenne con una patologia agli occhi, ed è seguito dal team medico di un ospedale di Bologna. Qui, nel capoluogo emiliano dove si trova per un controllo canonico – uno dei tanti che scandisce la sua vita di portatore di malattia di Fuchs – apprende che per l’Italia è stato scelto lo stato di lockdown.
Il presidente del Consiglio, nel suo annuncio televisivo, è chiaro nell’enunciazione. Per contrastare il virus non si può fare altro che mettersi tutti in quarantena. La circolazione tra le regioni – banale in tempi normali! –, pertanto, è al momento annullata. Insomma, la qualifica della Lombardia come zona rossa, si estende a tutta la penisola.
È il 9 marzo 2020.
Che fare?
Già, che fare? Si chiede il ragazzo. Certo il rientro nella propria regione non è vietato (lui proviene dalla Puglia), ma è giunto nel capoluogo emiliano per farsi visitare. Fra l’altro la sua patologia sta precipitando. Durante il controllo medico è candidato a un trapianto che potrebbe essere imminente. Uno dei personaggi cardine di “Nemmeno il tempo di un abbraccio”, il fratello di suo padre, gli consiglia di pazientare e quindi, di restare in città. Lo zio, come tanti italiani, spera che la situazione rientri entro una decina di giorni. Non sarà così. In questa situazione angosciosa e imprevista, il giovane protagonista conosce, dal balcone, Stella.