Si è recentemente svolta e conclusa a Frattamaggiore la mostra fotografica dal titolo "L'albero dei ritratti" di Pasquale Esposito.

Inaugurata lo scorso 30 settembre e terminata il 3 ottobre, ha registrato un considerevole numero di presenze. Essa si colloca nella dimensione del cosiddetto turismo religioso.

La mostra

La mostra fotografica, inaugurata lo scorso giovedì 30 settembre a Frattamaggiore (in provincia di Napoli), dal titolo "L'albero dei ritratti" di Pasquale Esposito, si è conclusa domenica 3 ottobre.

Curata da Diego Ferrante e promossa dall’Istituto di Studi Atellani in collaborazione con la Basilica Pontificia di San Sossio e con il patrocinio del comune di Frattamaggiore, si è svolta presso la chiesa della Madonna delle Grazie di via Trento.

Piena soddisfazione degli organizzatori per la notevole affluenza di pubblico. La mostra fotografica è infatti avvenuta dopo un lungo periodo pandemico che ha fermato gli eventi in presenza.

Mostra fotografica di volti che si intrecciano

La mostra fotografica, svoltasi a Frattamaggiore presso la chiesa di Santa Maria delle Grazie, si ispira al progetto fotografico di Berton Stenton "Humans in New York" e si presenta come un prospetto che evidenzia il racconto storico culturale delle persone che la abitano. Attraverso i 150 scatti ritrattistici presenti, oltre a raccontare le diverse storie individuali, l’opera nel suo complesso compone una narrazione riassuntiva simbolica, di comunità e descrive un luogo impregnato di lavoro e passioni, di storia culturale, industriale e sociale che da sempre lo caratterizza.

Un quotidiano, vissuto e interpretato dagli stessi abitanti del luogo, che per l’occasione si sono offerti spontaneamente di farsi ritrarre da Pasquale Esposito, diventando così gli attori principali del racconto fotografico. Immagini di persone, una mostra fotografica di volti che si intrecciano tra loro in un allestimento in verticale.

Un'opera allestita lungo la navata della chiesa storica di Santa Maria delle Grazie, strutture verticali poste lungo la navata della chiesa, che rimandano agli antichi olmi ormai non più presenti nel luogo antistante dove si erge l’antico monumento religioso. La chiesa fu costruita nel quindicesimo secolo, in quella che un tempo si chiamava “piazza degli olmi”.

Una mostra, quindi, capace di restituire un vissuto cittadino e intrecciato come rami di un albero con radici possenti e maestose, in un rimando alla storia del luogo tra passato, presente e le nuove speranze per futuro.

Un più ampio progetto: il turismo religioso

La mostra fotografica "L'albero dei ritratti" di Pasquale Esposito è fa parte di un progetto di archiviazione storico, chiamato "Humans of Frattamaggiore" e realizzato in collaborazione con l'Istituto di Studi Atellani.

Iniziato nel 2019, esso è stato realizzato in più tappe prima della pandemia. In un primo momento la parte documentativa della mostra fotografica, è stata realizzata durante le manifestazioni cittadine, mentre in un secondo periodo è stato realizzato con un taglio più artistico fatto in studio, dove le persone si sono raccontate a Pasquale Esposito e hanno descritto il proprio essere, il proprio lavoro e le proprie passioni.

Da tale disponibilità collettiva è uscita una comunità coesa, solidale e desiderosa di partecipazione.

Le origini e la cultura in divenire dell’intera collettività, descritte nella mostra fotografica di Esposito collocano la cittadina di Frattamaggiore tra i comuni coinvolti in un più ampio progetto, quello del turismo religioso.

Una mostra fotografica per restituire alla comunità conoscenza e socialità

Non è la prima volta che Frattamaggiore, cittadina a nord di Napoli, organizza esposizioni d’Arte attraverso percorsi di qualità storici, artistici e teologici, patrocinate dall'ente comunale. Questo territorio, con le numerose e diverse realtà presenti, tra artisti, enti e associazioni, ha più volte concesso a un vasto pubblico la possibilità di beneficiare di mostre ed eventi culturali rilevanti.

In particolare con questa ultima nostra è stato anche "restituito" alla città un bisogno impellente di socialità e cultura dal vivo post-pandemia.