Quando pensiamo alla fantascienza, il futuro che ci figuriamo comprende perlopiù macchine volanti, spade laser, servizi cittadini all'avanguardia ed ogni sorta di comodità high-tech, il tutto condito dall'impiego dei robot, la cosiddetta "IA", che sin dagli albori delle produzioni cinematografiche hollywoodiane rappresenta in tutto e per tutto l'apice del progresso tecnologico. Uno degli aspetti meno battuti però da film e libri è l'impiego della tecnologia robotica nel sesso, un business che secondo Matt McMullen, fondatore di un'azienda che produce bambole in silicone ad uso intimo, rappresenta il futuro del commercio a luci rosse.

La polemica non ha tardato a farsi pesante intorno all'argomento.

Sesso e Robot, un futuro diverso

L'ingresso nelle nostre vite dei 'robot' è profetizzato da decenni, una eventualità che ha diviso l'opinione pubblica tra coloro che nelle macchine vedono una minaccia alla razza umana, e quelli che auspicano invece ad un mondo dove la manodopera e i lavori di fatica saranno completamente svolti dagli automi, rendendo la vita facile all'essere umano. Al di là di quale sarà il nostro futuro, ciò che è certo è che dalla fine di quest'anno sarà possibile far entrare in casa vostra una delle ragazze di Matt McMullen, artista poliedrico che confeziona bambole erotiche straordinariamente dettagliate e che adesso, dopo 20 anni, sono pronte a prendere 'vita'.

L'obbiettivo di 'Real Botix', ultimo progetto di McMullen, è quello infatti di animare la bambola e renderla una sostituta valida ad un partner sessuale.

Il robot del sesso prende vita

'Voglio diventare la ragazza che hai sempre sognato', dice Harmony, una delle ragazze presto in commercio nate dal progetto originale di McMullen, 'Real Doll', partito nel 1996 con l'intento di creare un manichino fuori dai confini del tradizionale.

Cavalcando l'onda del successo, McMullen ha riunito una piccola squadra di ingegneri leader nel settore concentrandosi sullo sviluppo di un'intelligenza artificiale convincente composta da una testa robotica in grado di aprire e chiudere la bocca ed elaborare risposte, lavorando per integrare altre tecnologie emergenti come un'applicazione mobile che agisce da assistente con cuffie e visore per la realtà virtuale, utilizzabile separatamente o in combinazione con la bambola fisica, oltre ovviamente a tutte le dettagliatissime periferiche in grado di soddisfare i bisogni sessuali dei loro possessori.

Robot da compagnia o schiave sessuali?

I progressi tecnologici hanno dunque trovato applicazione anche nell’industria del sesso, ma ciò che è stato portato all'attenzione pubblica è che questi robot somigliano più alle pornostar che alle donne reali e potrebbero promuovere l’idea che le donne siano oggetti da possedere. McMullen non sembra toccato dalla polemica e considera il suo lavoro alla stregua di un qualunque altro artista contemporaneo, sostenendo anzi che le sue bambole aiutino gli uomini soli: l'autore ha dimostrato che alcune persone sono disposte a spendere somme ingenti per averne una ed afferma di aver venduto oltre 5.000 bambole personalizzabili con prezzi da 5.000 a 10.000 euro. Non solo i clienti possono decidere sul tipo di corpo e sulla pelle, sui capelli e sul colore degli occhi, ma addirittura accessoriarle con dita personalizzate.