Il ladro del piede di Don Juan de Oñate ha chiamato la stampa americana e, pur chiedendo di rimanere nell'anonimato, ha esposto il suo punto di vista: di origine Acoma, un'antica tribù del New Mexico, l'uomo che nel 1997 portò via un piede alla statua del conquistador è convinto di avere trovato il momento giusto per denunciare i crimini che furono commessi nel 1600 contro il suo popolo.

Cristoforo Colombo e gli altri conquistadores

Infatti in questi ultimi mesi sono venute giù molte statue di vecchi coloni degli attuali Stati Uniti. Per il simulacro di Cristoforo Colombo che c'è a New York è stato mobilitato perfino il sindaco Bill De Blasio, che ha chiesto 90 giorni per valutare l'opportunità di abbatterlo.

Oggi è in corso in America un vero e proprio esame di coscienza nazionale sulle origini del Paese. Su Colombo si può approfondire la vicenda sull'ottimo libro di Felipe Fernandez-Armesto, Cristoforo Colombo, biografia dello scopritore delle Americhe pubblicata qualche anno fa dai tipi del Corriere della Sera.

Per quanto riguarda il meno conosciuto Oñate, il New York Times ci spiega qualcosa a riguardo. Don Juan de Oñate era un colono nato nel New Mexico nel XVI secolo. Non era quindi spagnolo, ma già americano di nascita, e sembra che avesse anche antenati indiani. La sua statua, e il relativo furto del piede, suscitano ancora molte divisioni tra i discendenti degl spagnoli e dei nativi.

Una vendetta per le brutalità contro gli indigeni

L'episodio clou, per il quale il gesto dell'uomo di Acoba rappresenta una vendetta, fu nel 1602 l'ordine di amputare un piede a 28 nativi che si ribellavano alla conquista. 800 indigeni in tutto furono uccisi nella strage. I discendenti delle vittime si chiedono: "Non è talmente una crudeltà senza senso, quella di amputare un piede a persone che potrebbero addirittura diventare tuoi servi fedeli?".

La vicenda non è ancora risolta perché la società americana ha in parte rimosso questo passato e in più si sono aggiunti nuovi problemi di natura sia razziale, che economica e sociale. Secondo diversi commentatori interpellati dal New York Times sotto la cenere cova ancora molto razzismo e pregiudizio reciproco tra le varie componenti della società del New Mexico.

Il parere degli accademici

Il ladro di Acoma, che non ha agito da solo ma in gruppo, rappresenta l'ala violenta di chi pensa che si continuino a glorificare dei criminali genocidi. Ma ci sono anche storici che minimizzano le presunte atrocità dei conquistadores, dicendo che per esempio usualmente si amputavano le dita dei piedi e non interi arti e che in ogni caso le questioni andrebbero chiarite sul piano storico, prima di abbattere o danneggiare le statue.

I tre mesi chiesti da De Blasio sembrano lunghi, per chi è curioso di sapere come andrà a finire la controversia.