I buoni lo sognano e i cattivi lo fanno scrive Robert Simon, frase tratta dall’omonimo titolo del suo libro. Ma chi sono esattamente i cattivi? Parliamo dei serial killer, dall’inglese assassino seriale. L’assassino seriale è un pluriomicida, un essere umano che toglie la vita ad un altro essere umano in diverse modalità, tempi (che possono essere costanti e non) e modo di operare (modus operandi) abbastanza unico. La natura dell’azione in genere è legata a traumi che nel corso della vita, e in particolar modo dell’infanzia, hanno danneggiato la sfera emotiva/sessuale.

Un po’ tutti hanno sentito parlare dei serial killer ma pochi sanno quali sono precisamente le loro caratteristiche psicologiche. Il serial killer non è solo nel senso unico del termine ma esistono diversi tipi che vengono contraddistinti per i modus operandi con i quali commettono il loro crimine.

  • Mass murderer (assassino di massa): uccidono più vittime in un unico evento e nello stesso luogo. Le vittime sono scelte in maniera casuale;
  • Spree killer (assassino compulsivo per divertimento) uccide due o più vittime in un lasso di tempo molto ristretto e viene catturato con facilità perché non nasconde le sue tracce;
  • Serial killer (assassino seriale) uccide tre o più vittime in luoghi diversi in genere con un intervallo emotivo di tempo. Può “intervenire” a caso o scegliere le sue vittime.

Ma cosa li porta a compiere gesti tanto estremi e fuori dal comune?

Abbiamo detto che i S.K hanno subito traumi nel corso della propria infanzia o adolescenza. Nello specifico, di cosa si tratta? Esaminando la casistica molti studiosi hanno affermato che rientrano in diverse seguenti categorie:

  1. Figlio illegittimo;
  2. Figlio di un genitore abusivo, come un padre violento di cui di solito la madre è sottomessa (può verificarsi anche il contrario);
  3. Orfano di uno o entrambi genitori;
  4. Infanzia dilaniata da diverse ferite, violenze sia esse fisiche, psicologiche e sessuali, causategli da uno o da entrambi i genitori.

Spesso il futuro serial killer è un bambino che durante l’infanzia ha maturato fantasie perverse, frustrazioni e stress che lo portano ad un’incapacità cronica di superare conflitti e nell’adolescenza un crescente isolamento nella società percepita come entità ostile arrivando addirittura a rifiutare i pensieri altrui e i propri rinnegando le sue posizioni etiche.

Questa condizione determina una rottura dei tabù e lo sviluppo delle pulsioni dirottate sulle proprie vittime che fanno crescere in lui un bisogno di rivincita. E’ difficile comprendere il modo in cui riescono a mascherare il loro passato oscuro e pensare, nel modo più assurdo, di vivere una vita apparentemente normale. Per comprenderlo dobbiamo tornare indietro nel tempo fino al 1895 quando un neurologo, psicoanalista e filosofo austriaco, Sigmund Freud ha dato vita alla sua teoria della psicoanalisi.

Freud è noto per aver elaborato una teoria scientifica e filosofica in cui dominano i processi psichici inconsci che esercitano influssi sul comportamento umano, sul pensiero e sulle interazioni fra gli individui. Durante i primi tempi in cui iniziava a maturare la sua teoria scientifica, Freud aveva ipotizzato l’idea che la nostra mente fosse una sorta di iceberg distinguendo cosi le sue componenti.

Prima topica:

  • Conscio: è razionale, funziona solo secondo leggi logiche esigendo il rispetto del principio di non contraddizione e le condizioni di spazio e tempo. Tutto ciò che appartiene alla sfera del conscio è accessibile alla nostra memoria.
  • Preconscio: i contenuti, le idee e i sentimenti accettabili possono essere portati, con un piccolo sforzo, alla coscienza. E’ come se fosse un serbatoio di ricordi collocato tra il conscio e l’inconscio.
  • Inconscio: non ha logica e non è accessibile se non con l’utilizzo della terapia e in particolare con i metodi suggeriti da Freud quali le associazioni libere e le interpretazioni dei sogni. E’ la parte invisibile dell’iceberg, quella più profonda, di cui i sentimenti, ricordi e pensieri incidono sul nostro presente e sulla nostra coscienza senza che ce ne rendiamo conto.

Nel 1922 Freud compilò la seconda topica che sviluppa in maniera non molto differente quanto impostato nella prima topica.

Seconda topica:

  • Es: rappresenta il polo pulsionale. E’ una struttura totalmente inconscia adibita allo scarico delle pulsioni. L’Es è governato dal principio del piacere, ciò significa che pretende la soddisfazione/scarica immediata degli istinti e desideri. E’ controllata sia da aspetti inconsci sia dalla terza struttura del “Super Io”. E’ la struttura inconscia per eccellenza, il calderone pulsionale degli istinti sessuali, che Freud definisce #eros, e quelli autodistruttivi, che definisce #thanatos. E’ governato da leggi senza logica, senza principi di spazio e tempo e senza morale. Non è totalmente inconscio in quanto è controllato in parte dal Super Io.
  • Super Io: è essenzialmente inconscio ma alcuni suoi aspetti sono sicuramente consci. E’ l’istanza della morale che pone giudizio e critica. Si forma nel corso della vita contemporaneamente all’interiorizzazione di norme e regole dettate dai genitori e dalla società stessa. Funziona secondo la coscienza morale ciò significa che ha il compito di fronteggiare le pulsioni moralmente sbagliate dell’Es e soddisfarle, o meno, in maniera più accettabile.
  • Io: è come se fosse il mediatore fra Es e Super Io. Ad esso appartengono le funzioni principali dell’essere umano: linguaggio, percezione, memoria,pensiero e così via. Oltre a cercare di dilazionare le pulsioni dell'Es in azioni più accettabili, L'Io deve tener conto delle esigenze del Super Io, che funge da censura per le pulsioni dell'Es inaccettabili.Talvolta, quando non riesce a mediare fra Es e Super Io, l’Io si imbatte su di un sentimento studiato a lungo da Freud: l’angoscia.

Per fronteggiare questi tipi di angoscia, Io utilizza degli specifici meccanismi di difesa che sono comuni in tutti gli esseri umani se usati senza esagerazione perché possono portare, secondo Freud, a condizioni di instabilità e patologia

I meccanismi di difesa dei Serial Killer:

  • Auto-proiezione: il bambino, futuro SK, rifiuta di vedere la propria angoscia, nasconde i suoi sentimenti, si isola;
  • Rimozione: le angosce vengono trasferite nell’inconscio, dove giacciono dimenticata ma restano pur sempre attivissime;
  • Proiezione: addossa agli altri la colpa della propria angoscia. Egli strazia, sevizia ed uccide perché vede nella vittima l’origine dei propri mali. Una volta scaricata la tensione, ritorna il sentimento d’angoscia e, continuando a tormentarsi, si riaccende il desiderio di punire nuovamente.