Con l’avvicinarsi del fatidico 4 marzo il dibattito politico si fa sempre più turbolento e le forze in gioco sono in corsa per aggiudicarsi i voti della grandissima quantità di indecisi, che spesso finiscono paradossalmente per essere decisivi rispetto all’esito delle elezioni.

Perché votare?

Con le elezioni viene chiesto ai cittadini di scegliere ogni cinque anni i propri rappresentanti: è un diritto prezioso ma anche un dovere sociale, un privilegio che molti nel mondo non hanno e che forse diamo per scontato.

È capitato che per protesta o per una sempre più diffusa riluttanza verso la classe politica attuale, una grossa parte della popolazione decidesse di non votare, compiendo così un atto molto controverso e oggetto di un attualissimo dibattito.

Ma troppo spesso non ci siamo posti una domanda fondamentale: votare ci fa bene?

La risposta va ricercata in uno studio comparso sullo scorso numero della rivista di psicologia dello sviluppo Child Development che è andato a indagare proprio l’impatto delle attività di voto, di volontariato e di attivismo politico sulla vita e sulla salute dei ragazzi in fase di sviluppo.

La ricerca si basava sull’analisi di un campione molto ampio composto da 9.471 persone era composto da adolescenti e ragazzi di età compresa fra gli 11 e i 20 anni.

Tutti i soggetti sono stati intervistati nel 1994 e 1995 e poi seguiti per quasi 15 anni, quindi sono stati raccolti e analizzati i dati riguardanti la loro situazione di vita.

I risultati

Dallo studio è emerso che chi era maggiormente attivo politicamente, faceva volontariato o anche solo votava a tutte le elezioni consapevolmente, aveva avuto con maggiore probabilità uno stipendio più elevato e una migliore istruzione in età adulta, rispetto ai coetanei che non si dedicano alle stesse attività.

Ciò sembra essere dovuto soprattutto ad abitudini collaterali rispetto alla politica ma in qualche maniera correlate a essa: chi vi è coinvolto è maggiormente consapevole di ciò che gli accade (benessere intellettuale), spesso tende a mangiare meglio (benessere fisico) e avere una vita sociale molto ricca (fattore di protezione rispetto a molte patologie psichiche, prima fra tutte la depressione) e di conseguenza a raggiunger con maggiore facilità rispetto ai coetanei il successo nel proprio ambito di vita.

Se quindi non si volesse votare né per convinzione politica, né per senso civico , dovremmo farlo per la nostra salute.