Sicuramente un efficace informatore è colui che riesce, oltre ad essere una fonte credibile, a tenersi al passo con le esigenze della società. John Elkann, amministratore delegato di Exor, nonché vicepresidente della società Gedi, che da tempo edita La Repubblica, è oggi il portavoce dei tanti giornalisti che si sono trovati ad affrontare un fenomeno potenzialmente preoccupante. Con l’avvento della tecnologia, che ormai sembra lontano, mentre, in realtà, si parla di soli 74 anni fa, il mondo si è inevitabilmente trasformato e con esso si è rivoluzionato anche il modo attraverso il quale gli individui entrano in contatto con gli eventi della quotidianità, attraverso, per esempio, un diradarsi sempre più consistente del consumo di quotidiani.
Si è registrato, infatti, un calo nella lettura dei giornali cartacei.
La sfida della modernizzazione
Per imprenditori come Elkann e come giornalisti che partecipano in modo attivo a mantenere vivo l’interesse dei lettori, questo fenomeno è stato preso come una sfida stimolante che rende sempre interessante un lavoro che richiede tanta devozione e impegno. Elkann in primis si è dimostrato pronto a fronteggiarlo con successo, adattando alle esigenze del pubblico il formato attraverso il quale le notizie vengono diffuse: si è avvalso dei social network, i quali hanno preso sempre più piede e svolgono, ora più che mai, un ruolo di primaria importanza nella diffusione delle notizie provenienti da tutto il mondo.
La Stampa ha infatti lanciato il suo account su Instagram, così come altri giornali che già vantano milioni di followers. “Bisogna che giornali e social sviluppino un cammino comune per poter vincere insieme” afferma Elkann, apprestandosi ad abbandonare la fortezza di carta da giornale che aveva costruito e consolidato nel tempo.
Egli ha saputo, come tanti altri, cavalcare l’onda della modernizzazione e utilizzare in modo strategico ed intelligente i social, trasformandoli in canali per un’informazione adesso più vicina ed immediata per i propri, ed ormai affezionati, lettori. Da parte di John Elkann c’è la volontà di mantenersi sempre al passo e pronti a compiere le trasformazioni necessarie affinché quello che resti sempre saldo sia la diffusione di un’informazioni veritiera e sempre fedele ai valori mantenuti e portati avanti nel corso del tempo, a prescindere dal modo e dal canale attraverso il quale questa si possa diffondere.
Perché i social network?
Un fatto accaduto in un paese non resta più circoscritto. Si può parlare, ormai, di un’informazione che prende le sembianze delle voci di cortile: tutti sanno tutto di tutti. Il lato negativo è dato dal fatto che la verità, purtroppo, viene spesso distorta. Il ruolo delle fonti abidite ad informare le persone sui fatti di questo immenso, seppur percepito piccolo, “cortile” si sono ritrovate a dover fronteggiare non solo un pubblico innumerevolmente più ampio, ma anche a gestire le esigenze sempre più complesse di questo pubblico su larga scala e ad arginare la falsa testimonianza. L’informazione deve viaggiare su canali sempre più immediati e alla portata di tutti, e quale piattaforma più utile se non quella fornita dai social network?
I fatti di cronaca sono all’ordine del giorno, ma sta a coloro che si occupano di diffonderli saper gestire e manipolare in maniera positiva e trasparente, così come Elkann si è riproposto di fare, mantenendo le fonti conformi agli standard richiesti dal momento da una società che si può definire, ormai, “del momento”.