Uno dei cavalli di battaglia del nuovo Governo è la cosiddetta pace fiscale, chiamata in questo modo da Di Maio e Salvini, ma che negli anni passati ha avuto diversi nomi: sanatoria, condono, ravvedimento operoso, eccetera. Ogni Governo ha provato a fare qualche manovra economica per tentare di rimediare al debito fiscale nazionale, che attualmente si attesta sui 132 miliardi di euro di Tasse mai versate nelle casse dell’Erario.
La nascita della pace fiscale
Agli inizi degli anni '70 durante la nascita delle imposte dirette e la crisi petrolifera, il Governo guidato da Mariano Rumor con il ministro delle Finanze Emilio Colombo, nel 1973 fece un condono fiscale al quale aderirono più di 2 milioni di cittadini e di imprese, permettendo allo Stato di incassare 3mila miliardi di lire a fronte di un debito di 20mila miliardi.
Nel 1976 un altro condono permise allo Stato di incassare altri 2mila miliardi. Nel 1982 il Governo Spadolini decise di sfoltire l’enorme quantità di pendenze tributarie italiane e il ministro Formica varò una sanatoria che permise allo Stato di intascare 11mila miliardi di lire.
Le sanatorie degli anni '80 e '90
Le sanatorie varate dal 1985 al 1989 furono tantissime, quattro solamente nel 1989. Nel 1991 durante il Governo Andreotti un condono del ministro Formica permise di raccogliere poco più di 6mila miliardi di lire e nel 1995 il concordato fiscale del ministro Fantozzi ha consentito all’Erario italiano di intascare circa 5mila miliardi di tasse.
Silvio Berlusconi e Matteo Renzi
L’evasione fiscale del Cavaliere è nota a tutti ed è stato proprio durante i suoi governi che ha deciso alcune sanatorie clamorose.
Nel 2003 il condono fiscale di Tremonti fece guadagnare allo Stato più di 19 miliardi di euro e nel 2009, grazie allo scudo fiscale, rientrarono dall’estero circa 2 miliardi di tasse. Una successiva sanatoria di Berlusconi fece entrare in cassa diversi soldi grazie al versamento del 5% di tasse non pagate grazie ai capitali esteri, ma la pace fiscale più clamorosa di Silvio Berlusconi è stata la depenalizzazione del reato di falso in bilancio nel 2002.
Grazie a questa legge il Cavaliere venne prosciolto al processo per falso in bilancio aggravato, dal momento che tale reato non esisteva più.
Il ravvedimento operoso di Matteo Renzi, chiamato anche in maniera altisonante voluntary disclosure, non è stato altro che un condono attuato ripristinando in maniera approssimativa il reato di falso in bilancio eliminato da Berlusconi.
Matteo Renzi ha anche innalzato le soglie penali per le dichiarazioni dei redditi infedeli e il mancato versamento dell’Iva. Inoltre ha tolto le sanzioni per i commercianti che non permettono i pagamenti elettronici e non si è risparmiato con un altro condono fiscale sui capitali all’estero nel 2015.
La pace fiscale di Matteo Salvini e Luigi Di Maio
Il cavallo di battaglia del nuovo Governo è la pace fiscale che rende tanto speranzosi gli italiani, sebbene non sia stato ancora chiarito esattamente di cosa si tratti. Si parla di sconti per chi ha evaso fino a 1 milione di euro e di inasprimento delle pene detentive, arrivando fino al carcere per chi evade le tasse. L’innalzamento delle soglie previste dal Governo precedente però non è stato abbassato e la platea di evasori sui quali la Guardia di Finanza può procedere con gli accertamenti è abbastanza ridotta.
I reati rischiano di cadere in prescrizione perché i tempi per finire in tribunale in Italia sono eccessivamente lunghi. Bisognerà aspettare almeno il 2019 per sapere veramente in che cosa consiste il decreto sulla pace fiscale, come funzionerà la sanatoria per le cartelle esattoriali fino a 100mila euro, quali saranno i requisiti per poterne beneficiare e chi potrà farlo.