Molti non hanno neanche mai sentito il suo nome, ma quella di Ipazia è una di quelle vite dell'età antica che hanno acceso l'ammirazione e la fantasia di moltissimi poeti nel corso di ben quindici secoli, sebbene la chiesa abbia cercato a lungo di soffocarne la memoria. Grande filosofa e matematica, fu uccisa e bruciata dal fanatismo religioso, ma elevata a martire del libero pensiero al pari di Giordano Bruno o Galileo Galilei.
Approfondiamo meglio altri aspetti della sua figura con cinque curiosità.
Non si sa quale fosse il suo reale aspetto
Le fonti che sono pervenute fino a noi si soffermano principalmente sul contesto storico in cui è vissuta e sul suo omicidio, ma non si sa nulla sul suo aspetto, né se fosse bionda o bruna o alta oppure bassa. I cronisti dell'epoca però ne decantano la bellezza ed il carisma, l'intelligenza e la dedizione alla filosofia e alla scienza.
Il rifiuto dell'amore carnale
Stando a quanto riferisce il neoplatonico Damascio, sembra che la bella filosofa avesse respinto l'energico corteggiamento di un suo allievo con un panno impregnato di sangue mestruale durante una lezione, liquidandolo con queste parole: «In definitiva è di questo, ragazzino, che ti sei innamorato, di niente di sublime». Nonostante non si possa confermare tale episodio, il suo modo di fare era diretto, quasi crudo, probabilmente c'è dunque un fondo di verità.